Mi assumo “la responsabilità per la lentezza della ripresa economica e sono pronto a lavorare con i repubblicani per fare di più. […]”
“Mi chiedo se avrei potuto fare qualcosa di diverso per salvare il posto dei tanti deputati e senatori che lo hanno perso”.
Non intendiamo entrare in una valutazione politica sui fatti accaduti in questi giorni negli Stati Uniti. Tuttavia, al di là delle opinioni sui risultati delle elezioni di Midterm, ci ha colpito la reazione del Presidente Obama. Un atteggiamento inconsueto, esemplare. Chi ha il potere, non è abituato a fare “pubblica ammenda”, nel timore di dare conferma della propria sconfitta sia sul piano pubblico, sia sul piano personale.
Anche per noi…Com’è difficile dire o ascoltare frasi del genere e come facciamo fatica nel portare – sopportare il peso delle conseguenze delle azioni che compiamo.
Troppo spesso di fronte ad una nostra azione con conseguenze negative siamo abituati a dare la colpa a qualcun altro, oppure, se ce ne facciamo carico, è solo per “flagellarci”, pronti ad essere puniti, appesantiti dai nostri limiti.
Questa settimana prendiamo spunto dal comportamento del Presidente degli Stati Uniti, per riflettere su un atteggiamento diverso, di chi vuole rispondere delle proprie azioni con una posizione costruttiva, di chi dice “ho sbagliato, forse avrei potuto fare meglio, non importa, da domani ricomincio, desideroso di rimediare, sono pronto a fare diverso”.
Il proprio limite, in questa prospettiva, non è più nè ostacolo nè problema, ma un modo per costruire qualcosa di nuovo, proprio a partire da ciò che non è andato…
Grazie anche se troveremo il coraggio di metterci in discussione, esaminando i nostri insuccessi e gli esiti negativi delle nostre iniziative, senza cedere alla tentazione, pur sempre presente, di declinare a qualcun altro il dovere di rispondere delle nostre azioni.