Quando la tecnologia è al servizio dell’uomo. Quando la tecnologia pone delle domande.

Fatti locali del nostro territorio e fatti globali ci provocano in questi giorni suscitandoci spunti di riflessione. Attenti come siamo al territorio in cui viviamo, ma consapevoli di essere parte di un’avventura planetaria… Globalizzazione è anche questo, è pensare che ogni cosa che riguarda il pianeta ci riguarda e provoca anche noi.

Nella nostra provincia vogliamo sottolineare due fatti.
Il primo. La conferenza stampa di fine novembre, dedicata alle iniziative per promuovere l’Eremo di Santa Caterina del Sasso. “Una delle perle più belle del territorio”, come l’ha definita Dario Galli, il Presidente della Provincia. Un incontro che ha messo in luce uno dei capolavori dell’uomo in armonia con la natura: qui cultura e natura hanno lavorato bene insieme. Una meta che, per bellezza naturalistica, per valore storico, artistico e religioso ha una sua propria capacità attrattiva. Brava la provincia di Varese che si è impegnata a restaurare e rendere più fruibile la struttura, con la costruzione dell’ascensore che consente a chiunque l’accesso. Anche in questa opera c’è stata grande attenzione a tutelare l’ambiente. Anzi la tecnologia contribuisce a valorizzarlo. Altra iniziativa: il portale di Santa Caterina (www.santacaterinadelsasso.it), inaugurato durante ques’incontro, è un invito per diverse realtà pubblico-private; religiose-laiche a coordinarsi tra loro e a promuovere la conoscenza di Santa Caterina.
A volte lo “scollegamento” tra i diversi attori del nostro territorio non ha favorito la valorizzazione di realtà culturali e religiose di rilievo della nostra provincia… e ce ne sono tante altre che andremo a rivisitare e riscoprire.

Un secondo fatto del nostro territorio ci ha fatto riflettere.
“Da un computer di Varese sventa un furto a Londra”: così titolavano i quotidiani di qualche giorno fa. Un ragazzo del varesotto ha scoperto un ladro mentre commetteva un furto in un supermercato in Inghilterra.

Questi esempi ci invitano ad approfittare delle scoperte tecnologiche e degli strumenti informatici per un uso sempre più a servizio dell’uomo.

A livello planetario: il caso Wikileaks. Atto di democrazia e trasparenza o terrorismo elettronico?
Ingenuo avere una risposta immediata. E’ dunque vero che superiamo ogni barriera mediante la tecnologia? Sicuramente quanto sta accadendo ci dice che non si può più prescindere dalla tecnologia informatica, che oggi sembra essere molto più che uno strumento, in grado di creare e fondersi con la realtà. Non sarà certo una forma di pressione o repressione che eviterà di divulgare archivi e notizie segrete.
Se questo è vero, è vero anche che tante domande si pongono. Quando si parla di Stati Sovrani, di sicurezza nazionale, di rapporti tra nazioni, esiste un limite alla trasparenza? Il fluire di rivelazioni fa riflettere sugli strumenti di tutela della riservatezza e sui limiti della divulgazione di elementi segreti. Nel contesto attuale, infatti, una singola smagliatura può comportare effetti catastrofici. In questo quadro di potenza crescente dei media, anche la responsabilità degli operatori deve essere aumentata in modo corrispondente.
E più in generale, esiste un limite alla comunicazione? E’ sempre possibile far sapere tutto a tutti? Forse neppure la democrazia è un assoluto, almeno da un punto di vista educativo possiamo affermarlo. La difficoltà nella formazione delle coscienze aumenteranno sempre di più.
Occorre vedere la tecnologia come uno strumento, che – in quanto tale – ha in sé dei limiti intrinseci. E’ importante un’educazione in questo senso, che qualcuno insegni ad utilizzare questi strumenti in vista di un progetto che esprima  valori vitali.

E’ ancora valido il detto dei nostri vecchi “est modus in rebus”.

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