Non vogliamo impegnare la nostra mente nel valutare la situazione da cui è involontariamente investita la pubblica opinione in questi giorni.
Ci soffermiamo sul 150° anniversario dell’Unità d’Italia, facendoci accompagnare da uno degli uomini che hanno contribuito a costruire la dignità dell’Italia, Don Lorenzo Milani (Firenze, 1923-1967), giovane prete fiorentino, morto nel 1967, esemplare nella sua appassionata ricerca, come cittadino e come educatore. I suoi due scritti più significativamente popolari, ancora attualissimi, sono “Lettera a una professoressa” e “L’obbedienza non è più una virtù”: quest’ultimo ha aperto la strada alla legge sull’obiezione di coscienza, fino all’istituzione del Servizio Civile in Italia.
Con quel marasma valoriale che c’è oggi, accostare una figura come Don Milani ha il valore di ristorarsi con un bicchiere d’acqua fresca in un momento di grande calura, o in uno stato febbricitante.
Occorre riprendere in mano anche “Lettera a una professoressa” e contestualizzarlo all’interno del mondo scolastico di oggi, caratterizzato ormai da troppi insegnanti demotivati e da troppi alunni che percepiscono la scuola come un peso e non come luogo di crescita valoriale e culturale…
Con un pizzico di nostalgia, cerchiamo nel panorama odierno qualcuno che ne porti avanti l’eredità… ci stai?
Come lui amava affermare: “non abbiamo bisogno di eroi, ma di cittadini consapevoli di appartenere ad un territorio e a una civiltà che può dare molto”, ma che va sempre alimentata.
Stamattina ho veramente bevuto un bicchiere di acqua di sorgente, è un piacere constatare che esiste ancora qualcuno che si ricorda di Don Lorenzo Milani. Io sono un’insegnante con 35 anni di insegnamento che ha fatto di “Lettera ad una professoressa” l’emblema della propria vita e del proprio lavoro. Purtroppo constato ogni giorno che i valori nei quali ho creduto e credo non sono più condivisi. Io sono con voi.
Ciao Anna gIuseppina