Condoni e benefits… Ci siamo abituati ad una società nella quale sarebbe meraviglia il non poter tirare i prezzi o il presumere qualche premio, dopo aver fatto il proprio dovere. E così, tra statalismo e libero mercato, siamo arrivati agli ordini professionali, alle associazioni di categoria ed alle varie forme sindacali, dove l’obiettivo è certamente tutelare le persone, ma sempre con la garanzia di pagar di meno o di avere di più.
Anche questa situazione va letta all’interno della condizione pre-fallimentare nella quale siamo immersi nell’azienda Italia. Sì, perché la nostra appartenenza ad una società organizzata da almeno 150 anni, ci fa dire che non tutti siamo cittadini uguali, ma è dato ad ognuno in base non ai suoi bisogni, ma alla sua forza contrattuale.
Il nuovo governo presieduto da un economista dovrebbe bandire privilegi e sconti… Basterebbe questa operazione a rimettere in sesto la nostra situazione finanziaria, ma, augurandoci che così avvenga, occorre anche cambiare mentalità per non ritrovarci poi a breve nelle stesse condizioni. Questo non impedisce il riconoscimento del merito, delle professionalità e delle responsabilità.
In questi giorni, anzi, in queste settimane, abbiamo un buon motivo per chiederci quanto la nostra condizione socio economica risponda ad un effettivo riconoscimento delle nostre fatiche, dei nostri meriti, delle nostre responsabilità, per arrivare a una vera identità senza bisogno di sconti e di privilegi.
- Siamo qui perché non c’è alcun rifugio dove nasconderci da noi stessi. Fino a quando una persona non confronta se stessa negli occhi e nei cuori degli altri, scappa. Fino a quando non permette loro di condividere i suoi segreti, non ha scampo da essi. Timorosa di essere conosciuta non può conoscere se stessa né gli altri: sarà sola. Dove altro se non nei nostri punti comuni possiamo trovare un tale specchio? Qui, insieme, una persona può, alla fine, manifestarsi chiaramente a se stessa, non come il gigante dei suoi sogni né il nano delle sue paure, ma come un uomo parte di un tutto con il suo contributo da offrire. In questo terreno noi possiamo mettere radici e crescere, non più soli, come nella morte, ma vivi a noi stessi e agli altri.
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