(d. f.) Primo dei tre appuntamenti con “Perle di leggenda”, rubrica che accompagna su VareseNews l’iniziativa lanciata da Pallacanestro Varese e denominata “Tifoso Leggenda” (QUI tutte le informazioni). Tra qualche settimana lanceremo una sorta di “caccia al tesoro” sulla storia del club cinque volte campione d’Europa: tenete da conto questi articoli perché vi potrebbero aiutare.
Nota doverosa: queste “perle” sono scritte con Pier Fausto Vedani, decano del nostro giornalismo, che ha seguito in prima persona l’epopea della Valanga Gialla. A lui era rivolto l’epiteto coniato da Yelverton che leggerete tra poco: nessuno si offenda.
SARAJEVO – Alla vigilia di Ignis-Armata Rossa, finale 1970 di Coppa Campioni (la prima vinta da Varese) l’allenatore dei sovietici chiede porte chiuse per l’allenamento di rifinitura ma consente la presenza dei due elettricisti che lavorano ai tabelloni luminosi. Due allenatori amicissimi di Nikolic, allora coach varesino…
Prima dell’ultimo allenamento ad Aza vennero chieste notizie di Meneghin, apparso stanco. Nikolic spaventa con un «Ah Dino!» dal tono funebre poi continua additando un gluteo «Fa iniezioni, tutto entra qui, ma tutto esce lì» indicando la parte terminale del doppio sistema idraulico maschile.
ARRIVA CHARLIE-SAX – Per un paio di mesi la società disse che voleva un pivot e di quelli tosti, poi un giorno annunciò Charlie Yelverton che sapeva giocare in più ruoli, ottimo rimbalzista, ma pivot non era. Charlie, che amava suonare il sax, chiese ed ottenne una cofano speciale per esercitarsi in casa. Il quotidiano cittadino scrisse che avevano preso “un pifferaio” e fu un anno di freddi rapporti con il giocatore, che era strepitoso.
All’inizio della stagione successiva, Charlie si presentò con una maglietta made in Usa con la scritta: «Non leggo i Prealpirla».
RE BAMBI’ – Due grandi tifosi come Ciccio Zucchi, un ortopedico di levatura nazionale e Davide Bardellini, dirigente dell’azienda Ignis, spesso erano scatenati e polemici con gli arbitri: tenevano banco dopo le partite e avevano una notevole platea di fans. Davide ottenne l’Oscar dai suoi supporters quando disse a un fischietto toscano: «Lei è il quinto re del mazzo di carte!!». L’ arbitro rimase interdetto, ma ottenne subito la spiegazione: «Re-bambì».