Magnificat: un “laboratorio di pace” a Gerusalemme

Gerusalemme, Porta Nuova, qui sta il Magnificat

Dal 3 al 7 settembre la Fondazione ambrosiana Paolo VI ha organizzato a Villa Cagnola di Gazzada un bel convegno su Gerusalemme, “una città fra terra e cielo”. Il programma era intenso, con esperti di varia provenienza che hanno affrontato soprattutto gli aspetti storici, ma anche liturgici e pastorali della città santa, considerata da molti l’ombelico religioso del mondo. Mi sarebbe piaciuto andare, ma ho dovuto rimanere proprio a Gerusalemme per l’inaugurazione delle nuove aule destinate ai corsi accademici dell’Istituto Magnificat, la scuola di musica della Custodia di Terra Santa. Associo i due eventi per la coincidenza temporale e di argomento e perché condividono lo stesso spirito. Il convegno –secondo il depliant- “si propone come strumento per la formazione di una sensibilità culturale aperta al dialogo tra realtà antropologiche e religiose diverse”; il Magnificat questa sensibilità la concretizza quotidianamente.

All’Istituto Magnificat di Gerusalemme studiano, lavorano e suonano insieme insegnanti ed allievi musulmani, cristiani ed ebrei, sia Israeliani che Palestinesi, senza discriminazione di provenienza e di religione. Per questo qualcuno ci identifica come un “Laboratorio di Pace”, ma noi vogliamo essere solo una scuola di musica. Tuttavia per esistere come scuola di musica, nel contesto di questa città santa e contesa, dobbiamo coltivare la pace al nostro interno.

A volte mi diverto a scandalizzare le persone, dicendo che “la pace non è un obbiettivo”. Solo dopo che hanno strabuzzato gli occhi, spiego il paradosso: la pace non è un oggetto o un territorio che si può acquistare o conquistare, la pace non è un target, un bersaglio da centrare; la pace è come l’acqua per il pesce o l’aria per l’uomo, ovvero qualcosa che già ci deve essere affinché il nostro organismo possa crescere e maturare.

Da queste parti, al fine di vivere in pace, tendenzialmente ognuno “si tiene i suoi”, costruendo le proprie città, i propri muri, le proprie scuole, per poi chiudercisi dentro, sperando così di evitare i conflitti che possono nascere dalla mescolanza tra provenienze e religioni diverse. Ma la musica è l’arte che unisce al di là delle differenze: noi confidiamo nella musica e non escludiamo nessuno. Però questo non ci impedisce di fare le nostre scelte. La missione del Magnificat è quella di essere un luogo di educazione musicale e di preparazione professionale in campo concertistico e didattico, con particolare riguardo verso la comunità palestinese, dove c’è più bisogno e dove la domanda di un insegnamento qualificato è crescente, ma mancano i professori: stiamo cercando di formarli noi. La musica a Gerusalemme e nei Territori Palestinesi rappresenta non solo un’attività educativa, ricreativa e culturale, ma anche una concreta possibilità di lavoro e, per alcuni, di riscatto sociale.

Il Magnificat è l’unica scuola di musica situata dentro le mura storiche di Gerusalemme, nella Città Vecchia (anch’essa classificata come East Jerusalem). Siamo a Gerusalemme Est, ma vogliamo suonare come a Berlino Ovest. L’Istituto segue i programmi dei Conservatori di Musica italiani, in convenzione con il Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza, che vigila sugli standard qualitativi da realizzare. Una prestigiosa risorsa didattica del Magnificat è l’istituzione di Corsi Accademici, riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione in Italia, che permettono agli studenti di conseguire diplomi validi nell’Unione Europea. Un’altra attività importante dell’Istituto Magnificat è quella di cantare e di suonare nei santuari e nelle chiese della Terra Santa in occasione delle grandi solennità liturgiche, in particolare al Santo Sepolcro e presso la Basilica della Natività a Betlemme.

C’è però una grande sproporzione tra i nostri risultati e i poveri mezzi con i quali li raggiungiamo. L’insegnamento ha un costo, che per la maggior parte viene sostenuto dalla Custodia di Terra Santa e poi da altri piccoli e grandi benefattori. Il Magnificat non gode di sovvenzioni pubbliche e con la retta scolastica si coprono solo due mesi di attività. Abbiamo bisogno di comperare i libri di testo, gli spartiti e gli strumenti musicali da mettere a disposizione dei bambini, perché le famiglie non possono sostenere inizialmente questa spesa, soprattutto per strumenti poco popolari ma molto costosi, come per esempio l’oboe e il fagotto. Vorremmo aprire nuove classi per completare l’offerta didattica con tutti i principali strumenti. Il nostro sogno è di arrivare a proporre una regolare stagione concertistica con i nostri allievi ed ex allievi, rivitalizzando la Città Vecchia di Gerusalemme, pressoché priva di istituzioni culturali stabili, soprattutto musicali.

Ma oltre alle risorse finanziarie sono importanti le relazioni e gli scambi con le altre scuole e istituzioni musicali e culturali europee, che permettano ai nostri allievi di confrontarsi con ambienti internazionali, oltre i muri mentali e materiali di questa terra, che chiudono loro orizzonti e prospettive.

So che province, comuni e regioni (e anche l’unione Europea) hanno dei capitoli di spesa per cooperazione internazionale, ma noi non sappiamo da dove attingere queste informazioni e a chi rivolgerci. Se qualcuno desidera contattarmi per darci aiuti, informazioni o consigli può scrivermi a questo indirizzo: magnificatjerusalem@gmail.com. Altre informazioni sul Magnificat si possono ricavare dal sito www.magnificatinstitute.org.