In tutto il mondo cattolico la preparazione al Natale inizia con la prima domenica di Avvento. A Gerusalemme e Betlemme, invece, di fatto questa gioiosa attesa è segnata da un evento solenne per la comunità locale: l’ingresso del Custode di Terra Santa a Betlemme per la festa di Santa Caterina di Alessandria il 25 novembre, accolto dalle autorità civili e religiose della città e dalle bande –in senso musicale- degli scout. Però quando la festa è prossima alla prima domenica di Avvento, l’ingresso viene posticipato al sabato per ragioni pastorali, e così la festa coincide con l’inizio dell’Avvento.
Santa Caterina di Alessandria, vergine e martire, la cui venerazione era variamente presente anche nella devozione popolare lombarda (ricordate la canzone? “La santa Caterina -biribim biribim bimbum- era figlia di un re – eeh eeh) è la santa titolare della chiesa, della parrocchia e del convento della Custodia di Terra Santa presso la Basilica della Natività a Betlemme.
L’ingresso del Custode di Terra Santa – o anche del Patriarca Latino quando tocca a lui – è molto ritualizzata. È interessante vedere come la situazione geopolitica di questo paese si inserisca anche nel cerimoniale. In Italia, quando il vescovo deve andare in visita a una sua parrocchia, prende la macchina e arriva. Qui la cosa non è così semplice, anche solo per il fatto che a un certo punto la strada per Betlemme è sbarrata da un muro di otto metri militarizzato che segna un confine conflittuale: di qua Israele, di là la Palestina.
Al mattino il Custode riceve i notabili della parrocchia di Gerusalemme nella “Sala del divano” del convento di San Salvatore. Dopo il saluto e il discorso del mukhtar e la risposta del Custode (vedi il mio articolo su http://it.custodia.org/default.asp?id=4&id_n=18432&Pagina=1) i parrocchiani accompagnano il Custode a Betlemme e si forma un corteo di auto scortato dalla polizia israeliana. Il corteo fa una sosta davanti al monastero greco-ortodosso di Mar Elias, che segna il confine della parrocchia di Gerusalemme e l’inizio di quella di Bet Jala (che dunque oggi è un pezzo al di qua e uno al di là del muro). Qui attendono i notabili e le autorità della parrocchia e del comune di Bet Jala e Bet Sahour, che vengono ad accogliere il Custode: solo in occasione di queste cerimonie è consentito alle auto con la targa verde palestinese di entrare in territorio israeliano. Poi il corteo riparte, però secondo l’antico percorso, più accidentato rispetto alla strada nuova: in Terra Santa bisogna fare le cose come sempre sono state fatte, e le autorità –che siano ottomane, inglesi, giordane, israeliane o palestinesi– si adeguano per non avere ulteriori beghe da risolvere. Arriviamo al muro; non il solito ingresso presidiato che tutti i pellegrini hanno sperimentato, ma un ingresso riservato. Al di là del muro ci sono …. due muri e poi un altro cancello. Qui assisto ad una scena bellissima, di perfetto clima natalizio: al cancello ci sono quattro guardie di frontiera, due israeliane e due palestinesi, spalla a spalla. Passata la macchina del Custode incominciano a ridere; poi si stringono la mano, si salutano e il cancello si richiude. Purtroppo non ho avuto la prontezza di scattare una foto (io ero sulla macchina dietro a quella del Custode). Siamo già a Betlemme,ma c’è ancora una postazione dell’esercito israeliano; qualche metro dopo arrivano le forze di sicurezza palestinesi, che ci scortano verso la basilica mentre la gente ci saluta dai marciapiedi. Arrivati nella piazza principale il custode riceve gli onori e fa il suo ingresso prima in basilica e poi nella chiesa di Santa Caterina per l’inizio delle celebrazioni. Anche l’ingresso in convento è ritualizzato, addirittura fino all’ingresso del Custode nella sua camera in convento. A pomeriggio, durante i vespri solenni si scende nella grotta dove è nato Gesù. Tutto questo lo potete vedere più ampiamente sul sito della Custodia, articolo, foto e video.
http://it.custodia.org/default.asp?id=4&id_n=18484&Pagina=1
http://it.custodia.org/default.asp?id=4&id_n=18498&Pagina=1