Lunedì scorso è stato finalmente inaugurato il laboratorio di cioccolateria nella Casa Circondariale di Busto Arsizio. Una grande festa per dare il via ufficiale al progetto “Dolci Libertà”: un’iniziativa che ha già riscosso molto successo in Italia (con ad esempio un invito a partecipare al Festival del cioccoltao di Perugia) e che, soprattutto, darà un lavoro a quaranta denetenuti.
La stampa, locale e non, ha dato grande spazio al racconto di queste nuova avventura. Qui vogliamo riportare l’articolo di Varesenews e soprattutto parlare dei commenti inviati da alcuni lettori.
Scrive Alex: “Ma invece che fargli fare i Maestri pasticceri non sarebbe meglio fare come in America che li usano per pulire i bordi delle autostrade oppure li usano per pulire i boschi o le spiagge o i letti dei fiumi??? Il carcere non dovrebbe essere una sala giochi …. altrimenti decade il discorso di scontare una pena ….”.
Caro Alex, “…li usano…”? Ognuno può avere una propria opinione rispetto al ruolo delle carceri (che ricordiamo, sono servizi per la società, non discariche sociali), ma le persone – detenute o no – non si “usano”.
Per il resto, riportiamo la risposta che Giorgia dà ad Alex: “Imparare un mestiere in vista del reinserimento sociale non è andare in sala giochi. Dovresti entrare in un carcere e cercare di capire di cosa stiamo parlando prima di banalizzare così su un tema tanto delicato”.
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E’ importante far sapere quanto di buono (in questo caso anche: dolce!) si può realizzare in un carcere. Mostrare l’impegno di molti detenuti nel voler cambiare il proprio destino, nonostante il sovraffollamento e la carenza di strutture e fondi; il lavoro appassionato e tenace di molti operatori caparbi inseguitori di utopie … Occorre farlo sapere a chi è “fuori”, ed in particolare ai giovani, perchè riescano a guardare oltre la nebbia del pregiudizio … Grazie per aver reso disponibile questo spazio di incontro, che spero di poter utilizzare presto con i miei studenti!
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Tutte le carceri, dovrebbero prendere esempio da questi detenuti di Busto Arsizio. Il lavoro, non è tutto quello che serve, una volta al di fuori nella società. Ma è il primo, inserimento sociale. E’ se lo fai con passione dai un esempio ai giovani, e ai non giovani. che le cose possono cambiare e che hai ancora tanta cose da dare.
Grazie per queste buone notizie, e per questi spazi per, scrivere le nostre opinioni.
Nella speranza che venga letto da qualche persona demotivata dalla crisi del lavoro.
Mi auguro, che sia di buon auspicio per lui, e per i detenuti che dovranno trovare la loro strada.
Grazie e Tanti Auguri di Buon Natale a tutti.
concordo con Carmelo. da operatrice del carcere, mi rendo sempre più conto che avviare percorsi di senso (in primis lavorativi) fin dall’interno è fondamentale. buon lavoro e buon 2011 ai maestri cioccolatai!