Il bello di essere ghost (e riflessioni serie !?)

Quando i capi della multinazionale Carter’s mi hanno chiesto di tenere vivo il blog della mitica Xtrega Sfinzi Borghi, forse non sapevano bene che io: a) non ho ancora capito cosa sia un blog, b) scrivo nelle prime ore del mattino quando fatico a connettere (e non mi riferisco a Internet).

Stamattina, ad esempio, per quanto mi sforzi di pensare, proprio non mi riesce. E, allora, gironzolo a caccia di notizie, manco fossi una GIORNALISTA vera (dubito che quelle siano ancora in pigiama, con i capelli arruffati e l’occhio mezzo chiuso, ma è il beneficio di essere GHOSTwriter)  e due news mi colpiscono (D-u-e… mica si può chiedere al mio cervello di trattenerne contemporaneamente molte di più.)

L’Ansa mi racconta di una mamma che ritrova il suo bambino e sono così deliziosamente sollevata per lei, che sento una carica di energia positiva pazzesca: quasi mi vesto! (Noooo, non esageriamo adesso!)

Allora, mi lascio trascinare dall’intervista di El Pais al falso intervistatore Debenedetti (uh, strano non abbiano ricamato un po’ sul nome). Ricordate? Quello che si inventava le interviste ai famosi. Scoperto qualche mese fa, rilancia: rilascia un’intervista (vera?) e racconta la sua storia di giornalista (e sottolinea che la redazione sapeva tutto). E tutti lì a prendersela con lui e con la stampa.

Strano, però, non mi riesce proprio di trovarlo antipatico.

In questa storia c’è una morale, signori (sono pur sempre femmina, io!). Come scrittrice (cioè “chi scrive”! Che pensavate?), penso che Debenedetti sia un genio del male, e come tale, ha un non so che di affascinante (non vi nascondo che non cercherò la sua foto, volendomelo immaginare fico come Hayden Christensen ne L’inventore di favole). Come lettrice (o spiluccatrice di parole qua e là, suvvia) penso che la storia ci insegna non che i giornalisti siano tutti falsoni (che poi è una becera opinione comune come molte opinioni comuni)  ma che dobbiamo semplicemente stare sempre attenti: basta un avverbio, una foto più grande di un’altra a trarci in inganno. Ma questo lo sapete meglio di me, no? Non siamo un po’ tutti geni (del male)?

E, come ghostwriter? Beh, come ghostwriter per oggi ho lavorato anche troppo! Ci troviamo stasera al Mia beach loungebar di Busto. Io mi nasconderò tra la folla: se non mi trovate, chiedete a Silvia o Cristina. O, se vedete una in pigiama… sono io!!!!

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