Vita come progetto

Non è un incrocio, è un bivio con più strade che convergono… Nessuna con la freccia che indica la sua destinazione. Arrivo spaesato e mi metto a girare attorno alla rotonda… Dove andrò? Quale strada mi porterà a buon fine?

Questa immagine di smarrimento per cui una persona rischia di non sapere più da dove venga e dove vada è una rappresentazione del nostro vivere oggi.

Per una persona che conosce bene l’ambiente in cui vive potrebbe essere anche divertente cambiare cartelli stradali e frecce direzionali. Ricordate Praga durante l’occupazione sovietica? Di notte gli abitanti hanno cambiato tutte le indicazioni stradali e i carri armati invasori sono andati in confusione. Questo episodio la dice lunga sull’appartenenza e la progettualità degli amici di Jan Palach. Ci ricordiamo ancora della Primavera di Praga?

Il nostro non è un contesto tragico come allora, ma ci è richiesta altrettanta progettualità… Ma siamo davvero consapevoli che sta implodendo un sistema costruito faticosamente attraverso i secoli? Non stiamo andando per progetti, ma per competizione di “forze materiali”. Non abbiamo progetti, ma “forze muscolari” che si sfidano. La forza viene usata per colpirci, anzichè per aiutarci, per eliderci anzichè sostenerci. Ci stiamo sfidando tutti, senza esclusione di colpi, ignorando che alla fine stiamo colpendo “i nostri”. Non possiamo non ribadire che qualora non ritroviamo un progetto di convivenza solidale, se non fraterna, finiremo tutti, se non al cimitero, in un ospedale.

Diamoci appuntamento se non davanti alle urne, almeno subito dopo le elezioni, per trovare quel minimo di coordinate per ripartire e ricostruire la “casa comune”.

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