Vieste e le fabbriche di Nichi

viesteAnna Maria lavora a Foggia con i “matti”. Nel centro di riabilitazione don Uva vengono assistite quasi 400 persone. «Vendola ha riorganizzato la sanità pubblica e premia chi fa bene. L’atteggiamento della Regione, da quando ci sta lui, è cambiato molto».
Parte dalle riflessioni con lei questa tappa che avrà un occhio particolare rivolto alla politica. La Puglia è un laboratorio. Continuano a ripetermelo in tanti, anche persone che non sono impegnate. Chi invece di politica vive è Pippo Civati.
Incontro il consigliere regionale lombardo del Pd, che è in giro a visitare i luoghi dell’Unità d’Italia, 150 anni dopo. Partito da Torino arriverà a Marsala. «Un viaggio nella provincia tra il Risorgimento e l’attualità con una forte metafora: il mondo sommerso. C’è l’economia con la sua drammatica evasione fiscale, ma c’è anche tanta vivacità e vitalità. Quando queste si legano alla creatività si sviluppano progetti fantastici. L’unità si fa tra le persone e nelle cose e non nella burocrazia, o con gli slogan e la retorica. Per questo la Puglia è interessante».
Lungo la strada che mi porta a Vieste, nel cuore del Gargano, faccio una sosta a Bari.
La città si presenta con un biglietto da visita fantastico. Il lungomare esprime un’eleganza particolare, come quelle donne, che possono indossare anche un vestitino da cinque euro, acquistato al mercato, che tanto il loro fascino supera qualsiasi griffe. A ridosso della barriera di scogli, ci sono dei getti d’acqua che esaltano i palazzi visti in lontananza.
Vincenzo e Vito sono baresi doc. Trentatre e trentun anni, sono rientrati in Puglia dopo esperienze scolastiche e professionali in giro per l’Europa. «Le fabbriche di Nichi sono un laboratorio per una nuova politica. Non sono e non diventeranno un partito. Nascono da un bisogno preciso che è quello di riavvicinare pezzi della società all’idea che è bene mettersi insieme per migliorare le cose, e si può fare in modo fresco e pulito».
Bari è una sorta di hub, di nodo, per una rete fatta di 400 “fabbriche”. «Vendola c’è, ma lascia molto spazio. Una definizione bella e precisa l’ha data un giorno una maestra che ha detto: “di è complemento di origine, e non è un assetto proprietario”. Questo spiega tutto. La nostra è un’organizzazione liquida».
Nichi Vendola ha qualcosa in più. Me lo dicono in tanti e forse una risposta sta in quel bisogno di “connessione sentimentale” che lui va ripetendo spesso. Lo capisco ancora meglio quando a Manfredonia, città di mare molto diversa da quelle viste finora, incontro Valentina e Valeria. Loro hanno cinquant’anni in due. «Nichi è uno di noi. Lui ha una sensibilità speciale e sa leggere i bisogni delle persone e tradurli in politica. Ha governato bene e oggi c’è tanta gente che dice “meno male che vivo in Puglia”. Tanti ritornano perché lui crede davvero ai giovani. Ha messo in piedi “Bollenti spiriti” e con “Principi attivi” sono nate tante esperienze di lavoro importanti. La Regione finanzia progetti per nuove imprese e così si sviluppa l’economia e anche il sociale”.
Si parla tanto di fughe di cervelli, ma in Puglia c’è un fenomeno opposto e non per caso. «Siamo tornati perché crediamo importante investire energie nel territorio dove siamo nati. Fino a poco tempo fa, non l’avremmo mai detto».
I due fratelli Cramarossa hanno studiato e intrapreso le prime esperienze professionali tra Roma, Milano, Londra e Bruxelles. Vincenzo si occupa di ricerca e politiche del lavoro. Vito di economia e sviluppo locale delle pubbliche amministrazioni. Entrambi vivono quelle nuove forme di precarietà fatte di lavoro intellettuale di alto profilo.
La storia di Vito è emblematica dei risultati di una politica attiva nei confronti dei giovani. «Con altri due abbiamo fondato Typica e partecipato a un bando di “Bollenti spiriti” e “principi attivi”. Si tratta di un modello di tour operator molto particolare che propone al turista dei pacchetti di viaggio come una vera esperienza umana e culturale dentro la Puglia. Non puntiamo al turismo estivo. Anzi, il nostro progetto vuole destagionalizzare le presenze. A settembre faremo il lancio ufficiale e allora si partirà davvero».
Valentina e Valeria sono le coordinatrici del gruppo di Foggia. Loro si definiscono “operaie”. «C’è chi si chiama volontari, chi compagni. A noi piaceva operaie perché sono i soggetti delle fabbriche. Queste sono diventate una calamita per i giovani che vogliono impegnarsi. Noi a Foggia siamo nati come comitato elettorale, ma adesso facciamo cose concrete per la città come cineforum, iniziative culturali e altro».
Come sia stato possibile che in una regione da sempre moderata e orientata a destra abbia potuto vincere per due volte Vendola ha tante risposte. «La gente va oltre. Va oltre l’orecchino, va oltre le scelte sessuali. La gente è molto più avanti di quello che si dice e vogliono far credere i politici e la Chiesa. Quando c’è stato il gay pride a Bari, le donne lanciavano ai manifestanti petali di rose dalle finestre».
Le ore di conversazioni con questi quattro giovani mi risuonano mentre faccio la strada che da Manfredonia sale in montagna, verso Vieste. Si svela un’altra bellezza di questa Puglia accogliente e “diversa”. E davvero, tornando al lavoro di Anna Maria, “visto da vicino nessuno è normale”.

Questa voce è stata pubblicata in Ricordi e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.