Lignano, la “chiocciola”, Hemingway e la sabbiadoro

tagliamento lignano«Di isola in isola passi tutta la laguna». Quando il “capitano” dell’Ulisse mi ha detto così ho fatto salti di gioia. Potevo imbarcare la vespa a Chioggia, arrivare a Pellestrina, percorrerla tutta e passare poi con il ferry boat al Lido di Venezia. Nuovo pezzo su strada e poi altra corsa verso Punta Sabbioni.
Una variante ammessa dal “regolamento” di viaggio perché era fissato che non avrei fatto un chilometro di autostrada, ma non che non avrei preso traghetti. E poi la lunghezza restava intatta. Il viaggio è stato una parziale avventura già dal via. Sul traghetto tra Chioggia e Pellestrina si imbarca un solo scooter e così sveglia all’alba per essere il primo.
Una scelta premiata dalla bellezza di alcuni scorci dell’isolotto. Tutto tranquillo nel passaggio al Lido, dove ho potuto vedere i ferventi preparativi per il festival del cinema. Poi la sorpresa. Per Sabbioni partono due traghetti alla settimana e la vespa sul vaporetto non può certo salire. Così deviazione obbligata per Tronchetto e ripartenza da piazzale Roma a Venezia. Una variazione che mi ha però permesso di vedere la città dalla laguna passando tra il fronte di piazza San Marco e la Giudecca. E non è mica poco.
«I cambiamenti di stagione si vedono in mare come sulla terraferma. Non esiste monotonia, non quando la corrente è viva e si muove; e ogni giorno non sai mai in che cosa potrai imbatterti». Ernest Hemingway era di casa a Lignano e se ne intendeva di mare e correnti. Lasciava segni ovunque. Ad Alassio la sua presenza non passò inosservata, e grazie a lui, e all’estro di Mario Berrino, nacque il famoso “muretto”. Poi l’ho ritrovato alcune centinaia di chilometri più a sud. Il Cilento, e più specificatamente Acciaroli, sembra abbia addirittura dato l’impronta per il personaggio più illustre di Hemingway, il protagonista de Il vecchio e il mare. E ora, eccolo di nuovo, a Lignano Sabbiadoro.
Lo scrittore amava alcuni paesaggi e della cittadina friulana restò affascinato dalla foce del Tagliamento. Nelle ore tarde, quelle del tramonto e del primo imbrunire, i colori diventano accesi, caldi e poi via via smorzano la propria intensità. Il sole scende sul fiume che va a portare dolcezza alla sorella acqua salata. Hemingway stava lì a godersi questi panorami, che ancora oggi restano intatti come allora. Sono stato un’ora nel punto dove le acque si incontrano e lo spettacolo è davvero meraviglioso.
Ho iniziato a esplorare le tre Lignano partendo proprio con la selvaggia Riviera. La sua spiaggia ampia è lasciata per lo più libera e tutto intorno ci sono poche case e strutture. Lo scrittore era solito definirla “la Florida italiana”. Sono poi passato all’estroversa, elegante e naturale Pineta. Lì, proprio negli anni della presenza di Hemingway, si sperimentavano geometrie urbanistiche d’avanguardia. Ancora oggi si studiano gli archi e i raggi che compongono la famosa “chiocciola” realizzata dall’architetto friulano Marcello D’Olivo. Geniale per l’epoca perché evitava così incroci pericolosi e semafori. Lungimirante perché all’epoca non esisteva certo il problema del traffico come oggi. Dall’alto o su una piantina si capisce tutto l’ardire di quel progetto.
Come riportano le cronache dell’epoca “all’alba del 5 giungo 1953 il rombo del primo trattore, ruppe il silenzio della pineta e si sovrappose al risciacquio delle onde sulla battigia” si iniziavano a solcare le dune della pineta, per tracciare le prime strade della località.
Questo progetto è stato ripreso da numerose riviste per originalità e funzionalità e perché non ha deturpato il paesaggio e la pineta; la realizzazione a forma di chiocciola o spirale “verde”, è stata riportata sullo stemma e quindi sulla bandiera del Comune di Lignano Sabbiadoro.
L’Albertone nazionale aveva una casa a Pineta e la usava spesso negli anni della dolce vita. Lignano, come tanti altri posti, aveva intravisto la grande opportunità di legarsi ad Hemingway, così nel 1953 la società Lignano Pineta gli aveva regalato un angolo di terra perché lo scrittore potesse costruirvi la propria abitazione estiva; lui accettò, ma poi in quella città non tornò più… o meglio, è tornato, dando il suo nome ad un parco pubblico che è sorto nel 1984.
Chiude il trittico della cittadina friulana, la mondana, chiassosa e frizzante Sabbiadoro con il suo lungo corso pedonale che presenta tutto il possibile varietà dello shopping. La sera si riempie di gente. Senti parlare tante lingue diverse e in nessuna delle città toccate c’è tanta varietà di nazionalità. Lignano ha una statura internazionale e l’avverti subito, appena ci metti piede. È una città tranquilla che passa da cinquemila abitanti residenti a oltre trecentomila nel pieno dell’estate. Lo fa in modo quasi naturale, ordinato e sicuro tanto che le protagoniste maggiori sono le famiglie con i bambini.
«Non voglio contestare questa scelta e sono contento che Lignano proponga tante cose per loro, ma non si può esaurire tutto lì». Claudio ha gestito per vent’anni diversi locali e discoteche, poi ha lasciato per altri lavori, ma gli è rimasta quella passione e ogni tanto organizza feste e iniziative. «Amo Lignano e la trovo bellissima, ma stiamo peggiorando. Alcuni anni fa avevamo quindici locali dove si suonava e ballava a tutte le ore. Ora ne abbiamo cinque e nessuno sta aperto tutti i giorni. Manca una visione, una strategia e la voglia di mettersi insieme. In fondo basterebbe guardare alla capacità imprenditoriale che hanno in Romagna e in Veneto».
L’erba del vicino, si sa, è sempre la più verde. Così a Claudio non basta l’arena di soccer e beach volley (siamo in Florida e dobbiamo pur provare la lingua, che resta comunque più semplice del friulano) più grande d’Italia, o la Pagoda, una gigantesca palafitta sul mare, dove sta un locale ormai simbolo di Lignano. Non gli bastano nemmeno il campo da golf, l’Acquasplash o il parco-zoo di punta Verde che sono ancora lì a mostrare le proprie bellezze e curiosità da decenni.
L’acqua è inguardabile, ma tutto il resto profuma di bello e di accogliente. E poi, dove la trovi una spiaggia con la sabbia d’oro?

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