Piombino e l’acciaio di Silvia

acciao piombino lucchiniÈ di questi giorni la notizia di un prestito di cinque milioni di euro per dare fiato alla Lucchini, l’acciaieria di Piombino.
Ci sono passato oggi. La descrizione di Silvia Avallone, autrice di “Acciaio“, è perfetta.
«Non c’era il cielo, c’era una voliera. Le fiamme viola dei forni, i bracci delle gru, le tonnellate dei metalli imbragati ai becchi dei paranchi. La serie sterminata dei capannoni delle officine, dei bunker. È un’ossessione autosufficiente. Le ciminiere, quelle attive e quelle spente. Sopra la sua testa crepitavano costanti: fiamme viola, rosse, nere. Giravano i bracci delle gru, gialle, verdi, tonnellate di metallo vorticavano come uccelli, nuvole gialle di carbonio, nere dalle bocche delle ciminiere. Si chiama ciclo continuo integrale».
da Acciaio, di Silvia Avallone, Rizzoli editore

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Una risposta a Piombino e l’acciaio di Silvia

  1. Orlando scrive:

    Sembra di sentire l’odore del metallo nell’aria. Ho stampata nella memoria l’immagine di mio padre che usciva dalla fonderia di ghisa dove lavorava quando io ero ancora alle elementari. Aveva la faccia e le braccia rosse, quasi bruciate, e il resto del corpo bianco come il latte. Ricordo l’odore della polvere rugginosa che portava addosso quando entrava in casa dopo una giornata di lavoro…

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