Mi perdo in quell’orizzonte

«C’è un cartello. Guarda bene». Il papà prende in giro il bambino che gli chiede in quale punto il mar Ionio diventa Adriatico. C’è un via vai di gente continuo che sceglie proprio quell’angolo per farsi fotografare. È solo una immensa distesa di acqua, ma la vista da Punta Meliso è emozionante.
«Impossibile non perdersi nell’orizzonte dei due mari che si incrociano all’estrema punta d’Italia e diventano Mediterraneo, su quel promontorio che è custode geloso della cultura del Salento». Il Comune di Castrignano del capo ha scelto il motto latino “De finibus terrae” per raccontare cosa sia quel tratto di mondo.
Nel piazzale di Santa Maria di Leuca si innalzano due monumenti simbolo di molte terre di mare. Uno religioso, su una colonna altissima, con Maria che vigila sui pellegrini e sui tanti turisti, credenti o meno. L’altro, laico, essenziale riferimento per i naviganti, spicca per la classica bellezza. Il faro da sempre indica la costa, prima che arrivassero i satelliti a fornire le coordinate per la gente di mare.
Mi perdo in quell’orizzonte. Si affollano tanti pensieri sulla vita. Sono per lo più belli e rifletto su queste due settimane in giro per le coste del nostro Paese. Da qui il viaggio seguirà l’Adriatico, un mare chiuso, stretto e lungo.

Questa voce è stata pubblicata in Emozioni, Strade, Vespa e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Mi perdo in quell’orizzonte

  1. Pingback: The healing power of Dilma

I commenti sono chiusi.