Ciao Varese

Joyce Pepe, del Liceo Scientifico “Vittorio Sereni” di Luino, ci aggiorna sulla sua vita negli Stati Uniti, dove sta trascorrendo questo anno 2013-14.

Ciao Varese,

in effetti i primi mesi sono stati i più faticosi, ma ora che sono quasi al quarto di mese le cose stanno migliorando di giorno in giorno, ho nuove aspettative per il proseguimento della mia esperienza rispetto all’inizio dell’anno. Solo 5 mesi fa quando guardavo avanti pensavo a quanti amici mi sarei fatta, le persone speciali che avrei conosciuto, come mi avrebbe sorpresa l’America, mentre adesso non ho piu’ molte aspettative, vivo di giorno in giorno, godendomi le cose inaspettate che mi succedono, ho imparato a non aspettarmi nulla, perche’ tutto puo’ cambiare da un giorno all’altro. Sono diversa, quello sì: il peso dei 18 anni che arriveranno tra 2 mesi si fa sentire, mi sento più matura, più responsabile, in grado di farcela da sola senza l’aiuto di nessuno.

Le difficoltà che avevo prima non ci sono più, una delle cose che mi pesava di più all’inizio dell’anno era farmi degli amici, le persone non sono come nei film, sono piuttosto chiuse rispetto all’Italia. Pensate che una volta stavo parlando con una ragazza della mia squadra di pallavolo e  le ho chiesto chi fosse la sua migliore amica, le mi ha risposto ‘Hannnah’, dieci minuti dopo le ho sentite scambiarsi i numeri. La concezione di amicizia che abbiamo è diversa, e questa e’ stata la parte piu’ difficile per una persona come me che conta sempre sui propri amici. I miei migliori amici per adesso sono altri exchange students, persone che stanno vivendo la mia stessa esperienza, peccato che vivono a 3 ore di macchina da qui.

La cosa più importante è avere una fantastica famiglia ospitante alle spalle, che fa di tutto per rendere la tua esperienza indimenticabile, per farti sentire parte della famiglia e non un ospite. Due giorni fa ho avuto il mio primo Thanksgiving (Festa del ringraziamento, ndr), ma non ultimo spero. Tutta la famiglia, i genitori, i miei due fratelli, mia sorella e io ci siamo seduti in cucina mentre ognuno faceva la propria parte per aiutare a preparare la nostra cena. Non abbiamo fatto niente di particolare, ma semplicemente il fatto di stare insieme una giornata senza essere disturbati dai vari impegni ha incrementato il nostro rapporto. I miei genitori ospitanti non riesco a chiamarli mamma e papà e probabilmente non ci riuscirò mai: per quanto mi senta a casa e parte della famiglia, non riuscirei a pronunciare quelle due parole con persone che alla fine non mi hanno visto crescere per 17 anni. E’ una cosa personale penso, ci sono altri ragazzi nel resto del mondo con i quali ho contatti sui social media che non hanno alcuna difficoltà.

A proposito degli altri exchange students, all’inizio della mia esperienza AFS mi era stato detto di non fare paragoni con gli altri studenti, ma a volte può aiutare molto, vedere come sta proseguendo la loro esperienza, confrontarsi sulle difficoltà che abbiamo e consigliarci a vicenda. Per quanto riguarda i social media e i contatti con l’Italia, visto che non ho alcun problema di mancanze, di solito entro su Facebook ogni giorno, vedo i miei amici su Skype ogni fine settimana in base agli impegni, la domenica ho la chiamata fissa con i miei nonni, mentre è dalla seconda settimana di agosto che non parlo né vedo la mia famiglia: sarebbe troppo difficile, anche solo parlarne con i miei nonni mi fa venire le lacrime agli occhi, non funzionerebbe. Per fortuna che esiste Whattsapp, che uso più o meno regolarmente anche solo per piccole cose.

La scuola, la famosa high school americana dei film, ha seguito le mie aspettative, la mensa c’è, l’homecoming dance e il prom pure, gli armadietti anche. Per quanto può risultare strano preferisco quella italiana, mi manca avere una classe unica ogni giorno con la quale puoi stringere dei rapporti con le altre persone invece di correre ogni volta alla fine dell’ora da una parte all’altra della scuola. La parte che invece mi ha sorpresa e mi piace molto sono le attività che vengono organizzate ogni giorno, dai club agli sport. Io personalmente sono nel club di francese e spagnolo, nei mesi di settembre e ottobre ho fatto parte della squadra di pallavolo. Una bella esperienza fare parte di una squadra, di un gruppo, mi ha stupita molto quanto ogni ragazza ha creduto in me anche se non ho mai giocato prima, mi ha fatto sentire bene. Le materie che ho preso a scuola seguono un po’ quelle che ho a scuola in Italia. Essendo in un liceo linguistico ho deciso di prendere francese e spagnolo poi fisica, chimica, matematica, diritto e inglese. Ad essere sinceri è più facile. Non ci sono le ore di studio al pomeriggio come per tutti gli studenti italiani che frequentano il liceo, lasciano molto spazio agli sport e ad attività extra-curricolari. Fortunatamente io sono una senior, quindi avrò la possibilità di andare al prom anche se stanno ancora discutendo se farmi fare o meno la graduation.

I weekend qua iniziano il venerdì pomeriggio, di solito io e la exchange tedesca facciamo sempre qualcosa, un pigiama party, shopping o semplicemente ci guardiamo un film. E’ difficile uscire se non si ha la macchina. I giovani passano il loro tempo libero in casa principalmente, uscire la sera per andare nei bar come in Italia non si può fare, non solo perche’ non ti farebbero entrare, ma anche perche’ di bar non ce ne sono.

Tra poco è Natale, a quanto sembra il periodo più difficile dell’anno per gli exchange students in quanto siamo lontani dalla nostra famiglia. L’atmosfera natalizia si inzia far vedere, ieri sono andata a casa di una mia compagna di scuola e abbiamo addobbato i primi 3 alberi di Natale mentre oggi andremo a prendere il nostro albero, poi ci sono le classiche tazze rosse di Starbucks, l’illuminazione sui tetti delle case, la musica natalizia a WAL MART. Io sono pronta.

Vi auguro un buon Natale se non ci sentiamo più, e un in bocca al lupo a tutti gli exchange students che stanno facendo le selezioni adesso.

Joyce

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