Un luogo dove è possibile allo stesso tempo divertirsi e imparare a voler bene all’ambiente. Qui si crea un anello di congiunzione fra le aziende che hanno scarti di produzione in eccesso, gli studenti che necessitano di imparare il riutilizzo di materiali che altrimenti andrebbero semplicemente buttati, e l’intera collettività, che beneficia della cultura di rispetto ambientale.
Questo progetto prezioso da qualche mese (aprile) sta dando risultati che parlano da soli: 47 scuole coinvolte, 2200 studenti raggiunti, 90 insegnanti.
Re Mida – questo è il nome del progetto – rientra nel Piano Integrato Trasfrontaliero (il PIT) promosso dall’Assessorato all’Ecologia della Provincia di Varese e finanziato dall’Unione Europea.
Il funzionamento è semplice e diretto, e si basa sulla capacità dei bambini – ma non solo: la controparte elvetica coinvolge gli ospiti del CARL Centro abitativo, ricreativo e di lavoro di Mendrisio – di imparare a costruire con prodotti di scarto. Così qualche metro di led luminosi in plastica, da buttare, diventano una strada attorno alla quale far correre palazzi e città; una cornice in legno diviene un pretesto per realizzare un quadro; un ritaglio di falegnameria, chiaro e rotondeggiante, si staglia nel blu profondo di una moquette per disegnare sul pavimento un arcipelago o chissà che altro.
«L’idea nasce dal concetto che si possono utilizzare tantissime cose che normalmente si buttano – spiega Marco Quilici della Associazione di Promozione sociale AltreMenti, che gestisce il progetto assieme alla cooperativa sociale Totem . Abbiamo contattato diverse aziende della zona che ci hanno fornito i materiali: ritagli della lavorazione in legno e plastica, porzioni di tubi: diversi risultati della lavorazione artigianale e industriale in metallo, pvc e una miriade di altri materiali. I bimbi arrivano qui da noi, e dopo una breve introduzione lasciamo campo libero alla loro immaginazione».
I risultati sono stati al di fuori delle aspettative. E non solo tra i bambini, ma anche tra le insegnanti che sono rimaste colpite da questa attività. L’estate, con le scuole chiuse, porta molti oratori a visitare il centro e finora sono state 500 le persone, tra bambini e adulti, che hanno partecipato alle 20 aperture dedicate alle famiglie.