Bastano pochi minuti per uscire da Chicago. La città però non ci sta a deludere chi ci arriva per la prima volta e se ne va troppo in fretta. E così subito fuori da centro, verso sud si staglia un altro skyline, forse ancora più affascinante di quello che abbiamo visto finora.
Il Millenium park prima e poi la Buckingham fountain, uno dei simboli della città, si contendono la nostra meraviglia con la Sears Tower, a lungo il più alto grattacielo del mondo.Usciamo dalla città e sulla sinistra lo stadio dei mitici Chicago Bulls.
Appena si entra in autostrada sembra davvero di stare in un telefilm. Le case tutte in ordine, una dietro l’altra, basse, in legno con il giardino davanti. C’è molto verde e il gusto, a volte un po’ kitch, degli americani si svela in ogni possibile copia, che va dal giardino all’italiana a un faro in mezzo a uno stagno. Mi viene in mente un Gaber irriverente che ironizzava sulla creatività di questo popolo. “Che grandi gli americani…”
Sulla strada i camion come bestioni enormi si muovono a velocità incredibile. Qui è tutto grande, dalle manopole delle cucine ai panini che ci hanno preparato per un veloce pasto in autobus, figuriamoci le macchine e i camion. Non ce le vedo proprio le Panda, ma non si può dire. Qui sono conservatori, ma sono capaci anche di rivoluzioni come eleggere un presidente nero, perciò non si può dire mai.
Intanto ci facciamo due ore di autobus tra l’Illinois e il Michigan per arrivare a Benton Harbor, dove è nata e ha il suo cuore la Whirlpool.
La storia dei 100 anni
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