“Nel 1999 il presidente David R.Withwam mi ha chiamato nel suo ufficio chiedendomi una nuova strategia di crescita fondata sull’innovazione. La sua idea era chiara perché sosteneva che questa sarebbe dovuta arrivare da tutti e in ogni tipo di lavoro”. Nancy Tennant va in giro per il mondo a raccontare la storia del più radicale cambiamento di un’azienda.
“Allora si pensava che l’innovazione fosse affare di pochi e l’intuizione del nostro presidente sembrava fosse una cosa inaudita. Invece era l’idea migliore e vincente. Abbiamo iniziato con un team di 75 persone, 25 in America, 25 a Comerio e 25 a San Paolo. Le abbiamo messe insieme con un modo nuovo di lavorare. Allora nei negozi c’era un mare di bianco con gli elettrodomestici tutti uguali. Io pensai che mettendo insieme queste persone avremmo trovato la soluzione, e invece capimmo che questo non bastava”.
Da allora di strada ne è stata fatta, e Whirlpool è una delle azienda che punta di più sull’innovazione.
“Questa per noi, – continua Nancy Tennant – deve avere tre requisiti. Deve essere unica e significativa. Deve creare un vantaggio reale e competitivo e da ultimo deve essere talmente nuova che il consumatore sia disposto a pagare qualcosa in più per avere quel prodotto. La percezione di cosa sia l’innovazione è cambiata negli ultimi anni. Noi siamo orgogliosi di avere cambiato le regole del gioco, poi la crisi ci ha un po’ distratti, ma dobbiamo riprende a lavorare ancor di più in quella direzione”.
Nancy racconta con piacere che quando il presidente Withwam quando è andato in pensione affermò che avrebbe dato il suo nome solo per Brandywine Creek, il lodge Whirlpool dove si siamo ospiti, perché era convinto del bisogno della formazione e sviluppo continuo per i dipendenti.
Tornando all’innovazione tanto cara alla corporation, la domanda ora è come salire di livello? “Ci siamo resi conto che avevamo un linguaggio comune tra noi, ma con interpretazioni diverse. Abbiamo così deciso di introdurre concetti condividendoli e applicandoli a tutte le regioni. Un altro punto importante, visti i nuovi mercati, è che l’innovazione non deve essere cara. Può essere pensata e agita anche per le masse con materiali low tecnology introducendo prodotti entry level che permettano a una fetta di popolazione che non avrebbero potuto mai acquistare alcuni prodotti di averli. Questa innovazione richiede la stessa inventiva e competenze e forse è ancora più difficile”.
Insomma, processi che non siano solo la rivoluzione come può essere stato l’iPod, ma anche piccoli cambiamenti incrementali che non cambiano la vita ma migliorano il prodotto.
“Noi diamo importanza sia nell’innovazione di processo che di prodotto e usiamo gli stessi strumenti e persone che sono preposte a svilupparla”.
Un tema centrale per l’economia e la vita delle imprese che richiederebbe giornate di lavoro. Qui bisogna correre, ma una serata con Nancy Tennant non capita tutti i giorni.
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