Cosa succede in un carcere in estate, quando la scuola e tante attività si fermano? Ce lo spiega un’operatrice (Sabrina Gaiera, Consorzio Provinciale Sol.Co Varese) che lavora negli istituti di Busto Arsizio e Varese.
Estate 2012 in carcere. Tante sono le sensazioni e i pensieri che vengono evocati dal tempo e dal luogo. L’estate è un periodo difficile per chi è ristretto(ovvero detenuto): meno attività a causa delle ferie, tempo che se mai è possibile si dilata ancora di più, attesa di quel che potrà essere: amnistia o un’altra misura di grazia; sovraffollamento che si fa ancora più evidente e rende rovente un clima già caldo.
In questo carcere si possono fare cose, semplici, piccole, forse “banali” agli occhi di chi sta fuori, ma tali da dare movimento ad un’estate troppo simile o forse, se possibile, ancora più difficile di altre.
Siamo in via Per Cassano al 102 e da ieri è iniziato il torneo di calcio per le persone ristrette nelle sezioni comuni (a Busto ci sono tre tipi di aree: detenuti “comuni”, tossicodipendenti e collaboratori di giustizia). Nessun cambiamento eclatante, nessuna particolare e innovativa iniziativa, un torneo, che però prevede e attiva alcune situazioni.
Si attiva l’Istituto Penitenziario: occorre organizzare i turni degli operatori, attivare tutte le procedure che rendono possibile l’accesso dei detenuti al campo sportivo il martedì pomeriggio dalle 13.30 alle 15.00; informare le persone ristrette, ribadire le regole, formalizzare permessi per l’ingresso degli arbitri. C’è lavoro per il personale: dalla Polizia Penitenziaria all’Area educativa la collaborazione deve permettere che tutto si svolga nel miglior modo e senza intoppi.
Si attiva il territorio: la UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) che da tempo collabora con l’istituto penitenziario organizza la realizzazione dell evento sportivo: garanzia della presenza degli arbitri, rifornimento dei palloni che sembrano non bastare mai, definizione del calendario degli incontri.
Si ri-attivano progetti e interventi: la collaborazione degli Agenti di rete (due educatori che stabilmente collaborano con la Casa Circondariale attraverso le loro organizzazioni – Consorzio Sol.Co Varese ed Enaip Lombardia -) diventa uno strumento attivo nella promozione e organizzazione dell’iniziativa.
Si attivano i detenuti: un responsabile per ciascuna delle quattro sezioni ha costituito due squadre, ciascuna con una rosa di dieci giocatori dribblando tra richieste di che vuole giocare a tutti i costi, conoscenza delle abilità fisiche viste durante le ore passate al campo sportivo nelle partitelle “amichevoli”, indicazioni degli educatori, scarcerazioni improvvise, ma sempre bene accolte, di uno o più giocatori, passaggio di qualcuno da una squadra all’ altra per un cambio di ubicazione nella cella, comunicazione ai detenuti dell’organizzazione del torneo e agli organizzatori delle richieste specifiche dei ristretti.
E poi ieri pomeriggio l’attivazione si è concretizzata nelle prime due partite. Alle 13.30 inizia il torneo di calcio. Il campo è bollente ma nulla impedisce che le partite previste si svolgano con regolarità e senza alcun intoppo. Ogni singola attivazione si è mossa nella giusta direzione, e lo sport diventa anche questa volta strumento di incontro e socialità.
Un torneo internazionale, non c’è alcun dubbio. L’eliminazione è diretta. Il caldo non smorza la forza e l’entusiasmo.
Si procede. Per qualche martedì pomeriggio accadrà qualcosa di diverso, ci sarà un argomento nuovo di cui parlare, ci sarà uno stimolo in più per riempire l’ora d’aria, per intensificare l’allenamento, per prendersi cura di sé in previsione della partita che si giocherà.
Nulla di eccezionale, è estate, succede in carcere…. EPPUR SI GIOCA….