“Quarantadue bilocali superaccessoriati a misura di anziano. Per continuare a vivere a casa propria con i propri affetti e le abitudini di sempre, ma con la possibilità di essere assistiti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 quando serve un medico o un infermiere, un aiuto per le faccende domestiche o semplicemente un po’di compagnia. Nasce in città il primo «condominio di lunga vita»: non è una casa di riposo né una comunità, ma un nuovo modello abitativo dedicato ad anziani ancora autosufficienti, in tutto o in parte. Si chiama «Residenza Calvino» il condominio pensato per sostituire l’ospizio o la badante, è in via Giovanni Calvino (zona Sempione-Cenisio). Privacy garantita è la parola d’ordine, pur in presenza di uno staff a completa disposizione degli speciali inquilini”.
Costo del servizio: 2.600 euro al mese in bilocale. Apperò… considerando che, oggi, in Italia le pensioni medie si aggirano attorno ai 1.100 euro, questo servizio è da ritenersi sociale? Boh, una volta c’erano i cortili, che erano vere e proprie grandi famiglie nelle quali ognuno dava una mano all’altro, soprattutto all’anziano. La solidarietà non era un servizio a pagamento. Oggi, a quanto pare, un anziano che vuole il rispetto della privacy deve essere disposto a pagare 2.600 euro al mese. Tutti gli altri, devono rassegnarsi ad averne troppa, di privacy.
A ognuno il suo Calvino, però:
“La vita, pensò il nudo, era un inferno, con rari richiami d’antichi felici paradisi”. (se pensiate che la residenza sia intitolata a Italo)
“…l’ingresso nella vita è preclusa a tutti quelli che Egli vuole abbandonare alla condanna; e ciò accade per un giudizio suo occulto e incomprensibile, per quanto giusto ed equo”. (se pensiate, invece, che la residenza sia intitolata a Giovanni)