Anna ed io: viaggio a levante

“Raccontami una storia”. Anna in pigiama sotto le lenzuola, suo papà pendolare lì accanto, con gli occhi a mezz’asta, per il rito della buonanotte. Tutte le sere va più o meno così, ma le favole di questi tempi funzionano fino a un certo punto.
Anna, quattro anni “quasi cinque” s’interroga sul mondo e sulla vita, ha voglia di capire, di discutere. “Raccontami la tua giornata”. Cosa mai ci troverà d’interessante, nella vita di un papà pendolare? “Salgo dal treno, scendo dal treno, corro in ufficio, accendo il computer…”. Chissà forse questa vita è meglio di una ninna nanna, una tiritera monotona che aiuta il sonno dei bambini… E, invece, Anna stasera ha gli occhi vispi di chi non ha ancora voglia di dormire, c’è ancora qualcosa da scoprire: “Sai cosa mi piacerebbe fare, un giorno?”
“Dimmi”
“Andare dove tramonta il sole: è lontano da dove lavori tu?”
“Il sole tramonta a ponente, io lavoro verso Milano, a levante”
“E dove si trova questo ponente? Ci si potrebbe andare in macchina, perché se è lontano poi il viaggio è lungo. Se in quel paese non ci sono pizzerie, ci portiamo le pizzette da casa”
“Ponente è una direzione, non un paese. Di là dietro le montagne, dietro la rocca”
“Già, ma deve essere un posto bellissimo dove tramonta il sole. Per la verità, a me piacerebbe più andare dove nasce, ma mi sveglio sempre troppo tardi. La sera, invece, riesco a stare sveglia, vedi? Allora possiamo andare dove tramonta”.
“Se vuoi un mattino ti sveglio e ti faccio vedere dove nasce il sole”
“Dove?”
“A levante”
“Ah già, dove lavori tu. Sei proprio fortunato tu. La Pimpa è riuscita ad andare dove sorge il sole: ti ricordi la storia che mi hai letto l’altro giorno? Sei proprio fortunato tu che riesci a svegliarti prestissimo”
Io e la Pimpa, due privilegiati, insomma.
L’indomani la sveglia suona come sempre ben prima che sorga il sole, ma ai pendolari del 6,43 il mese di settembre regala il grande spettacolo dell’alba. Non ci avevo fatto caso prima: troppo impastato di sonno per apprezzare, sempre troppo di corsa con la mente al parcheggio della stazione, allo sprint verso il binario 2.
“Stamane, però, mi sento fortunato“, penso tra me. E sollevo lo sguardo verso l’orizzonte, mentre alzo contemporaneamente il piede dall’acceleratore della mia utilitaria. Sua maestà il sole sta incendiando il cielo e disegna figure fantastiche con le nubi colorate di viola: lassù sembra quasi di vedere un cagnolino a pois volare a levante… Bisogna che lo dica a mia figlia, anzi, ce la devo portare. Se non ci fossero ristoranti, le pizzette le prenderemo ancora calde, giù in panetteria.

Un pensiero su “Anna ed io: viaggio a levante

  1. Cara Anna. Anche io ho una bambina della tua età e anche a lei piace sentire i miei racconti di pendolare: come corro al treno, come perdo/prendo il treno, cosa vedo dal treno. Anche lei ama la Pima e vuole viaggiare con lei, ma verso le stelle, col razzo Egidio.

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