A proposito di città e narrativa, eccovi un altro spunto. Una tana letteraria non vive di sola fantasia, ma anche di riflessioni condivise. Eccomi reduce dal Giro d’Italia… tranquilli, non in veste di corridore, bensì d’inviato. Una splendida traversata di un Paese meraviglioso e fragile. Il Giro d’Italia del giornalista di oggi è un interminabile viaggio in automobile, tra partenze e arrivi, tappa dopo tappa: attraverso la penisola, c’è molto tempo per pensare e riflettere. E torna in mente, dopo il post dedicato ad Antibes, il rapporto tra scrittura e i luoghi, in particolar modo le città: Milano, vista da Nebbia e dal pendolare, in Dove finisce Milano, è una città quasi “odiata”, una caricatura. Poi ci sono le città amate e vi suggerisco di visitare Trieste attraverso Massimiliano Comparin, uno scrittore varesino molto bravo, che ha pubblicato un romando dal titolo I cento veli (Baldini&Castoldi).
Non vi voglio fare una recensione, ma chiedo a chi l’ha letto di lasciarci un commento, di condividere una riflessione. Chi non l’ha letto, lo invito a farlo e magari essere poi attivo in questo dibattito. Mi limito a due brevissime citazioni:
«Se tu e questa città vi amerete, molto dipenderà da come è stato il vostro primo approccio.»
«È che c’è qualcosa di magico, qui. Non trovi? A trieste si possono fare degli incontri capaci di segnare una vita intera…»
…è ora di RIleggerlo!
Uno spunto di riflessione sul rapporto con il partner.
Uno spunto di riflessione sul rapporto con la Storia, quella che a scuola non ci hanno insegnato per mancanza di tempo
Qualcuno mi ha detto che lo sta rileggendo perchè la prima volta ha gustato il thriller, questa volta sta leggendo la Storia.
appassionante, romantico, crudele.
Leggerò, mi hai incuriosito. Trieste, la capitale del niente, così bella, così ferita, mi è sempre piaciuta molto. Prima solo immaginata, poi vista davvero, solo poche volte, purtroppo