Tempo di bilanci: contare, contarsi, raccontarsi…

Fine anno… tempo di bilanci, numeri, statistiche… A livello pubblico, così come a livello privato: le aziende tirano le somme e stendono bilanci economici, gli Stati fanno una fotografia sulla propria situazione, prendendo in considerazione diversi indicatori (PIL, tasso di occupazione…).

Al di là di queste considerazioni, questo ci dice del bisogno che abbiamo di contare, di guardarci indietro per analizzare cosa è andato bene, cosa è andato male, i punti di crescita, le difficoltà incontrate… Quasi un fermarsi per ripartire con rinnovato slancio…

Anche noi, a livello personale, così come a livello di gruppo siamo provocati da tante domande. A che punto siamo? A chi siamo vicini? Da chi siamo lontani? Quali sono i nostri punti di riferimento? Porci delle domande ci aiuta a trovare coordinate personali e di gruppo…

Come Gulliver riflettiamo sui nostri punti di riferimento sui quali occorre ancora convergere: la centralità della persona, la solidarietà che non si limita ad un aiuto indiscriminato, ma che è esigente richiesta di cambiamento e, non ultimo, un’attenzione costante alla formazione e all’informazione dei nostri operatori…

Questi principi valoriali che ricaduta hanno nella nostra quotidianità? Sicuramente, come tutti coloro che sono al servizio della persona, anche noi “subiamo” una certa precarietà, ma possiamo ritenerci soddisfatti: se da un lato cerchiamo di spenderci al servizio dei più sofferenti, dall’altro le persone che hanno bisogno di aiuto continuano a rivolgersi a noi…

“Fare bilanci”, “fare statistiche” ci aiuta a mettere a fuoco le nostre posizioni più vere. Solo chi ha una buona memoria può fare un buon progetto.

Questa voce è stata pubblicata in Caleidoscopio. Contrassegna il permalink.