Vacanza, ritiro, tregua, sosta… tempi più o meno lunghi per fermarsi e ripartire. In questi giorni – insperato, ma necessario – c’è stato un improvviso sospendere litigi, battibecchi, provocazioni, insulti, gossip… (l’elenco potrebbe allungarsi indefinitivamente secondo l’esperienza personale e collettiva) e si è dato ascolto all’appello inderogabile proposto dal Presidente della Repubblica. Era da parecchi anni – anzi, da lustri – che le cosiddette “Forze Politiche” non si fermavano per fare un vero e proprio “gioco di squadra” a favore dei cittadini. Che cosa è avvenuto? Quali motivi hanno indotto questo cambiamento? La paura di perdersi tutti senza più la possibilità di dar colpa all’altro… Comunque qualcuno ha deciso finalmente di permettere all’altro di andare avanti – o meglio – di non togliere l’aria alla convivenza italiana.
Ma quale parte ha il cittadino qualunque? Che cosa posso fare io in prima persona che non sia delegabile agli altri? Certo, l’essere consapevole che se non mi metto in una rete solidale mi perdo e, con me, ogni altra persona con la quale c’è una qualche forma di interdipendenza. E’ da questa situazione che faccio appello a ogni altra/o concittadina/o: ne usciremo o ci salveremo solo a condizione di conoscere in prima persona il pericolo il cui ci troviamo, il debito ricevuto in eredità. Non sarà con la rabbia o con gli insulti scagliati a destra e a sinistra – ci stanno anche quelli, in modo più o meno dettagliato. Voglio aggiungere almeno un quarto d’ora al giorno di impegno nel fare e nel conoscere… Se questo venisse ripetuto anche dagli altri concittadini, saremmo già fuori dal pericolo. C’è stato un tempo in cui – più o meno imposto – il cosiddetto “sabato fascista” ha realizzato servizi e ha riqualificato ambienti degradati… con una vigile memoria possiamo riprendere alcuni atteggiamenti di volontariato efficace.
In questi giorni, in parecchi Paesi della Provincia di Varese trombe d’aria e maltempo hanno provocato danni imprevedibili… Non bastano vigili del Fuoco, Protezione Civile. Neppure la risposta economica delle assicurazioni ripristinerà in breve l’ambiente danneggiato. Mettendoci cura, ognuno con la propria competenza, arriveremo addirittura a migliorare.
Quanto stiamo facendo per l’ambiente naturale si può operare anche per le condizioni socio-economiche. Nessuno potrà limitarsi a subire passivamente. Facciamo nostro un indovinato messaggio: “Se non ora, quando?”