Sono sul molo di Sottomarina. Una lingua di cemento e sassi che sarà lunga almeno due chilometri. Pescatori per hobby, capanni, ma soprattutto anziani, famiglie con i bambini. Tutto intorno il mare con la spiaggia ampia, la laguna, i cantieri del Mose, le barche di turisti, i gabbiani, i pesci, le cozze e chissà quanto altro in una mescolanza di antico e moderno, di natura e opera dell’uomo. A vista d’occhio lavori incredibili dell’operosità.
Uno scenario che apre ogni valvola delle emozioni. Qui si intravede tanto senso e tanta volontà di rispettare la natura sapendo che cambia. Sta a noi non piegarla troppo alla nostra volontà. In questo viaggio spesso ho riflettuto sul rapporto tra terra e pensiero, tra natura e sviluppo, tra benessere e pace, tra fondamentalismo e profezia, tra contrapposizione e confronto, tra gioia e dolore. La risposta sta nella domanda e nel provare a non chiudersi nella certezza delle risposte. Che bella questa atmosfera sul molo, un dono quasi in conclusione di un mese di viaggio. E si riparte anche se Ulisse oggi sarebbe tentato di restare…
Il libro
Hanno seguito il viaggio
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