L’articolo di Marco Giovannelli per Il post pubblicato lunedì 6 settembre
Un sorriso dolce e in mano due aragoste. Lo ricordo così il “sindaco pescatore”. Angelo Vassallo ultimamente aveva ripreso ad andare per mare per rilassarsi e riannodare il suo stretto rapporto con la sua prima professione e uno dei suoi grandi amori. Lo hanno barbaramente ucciso domenica notte mentre stava rientrando a casa. Tanti copi di pistole per mettere fine a un’esperienza di una bella amministrazione, di “una speranza per tutto il Cilento” come ha detto il magistrato che indaga sull’omicidio.
Acciaroli insieme con Pioppi e altre quattro frazioni di collina fa parte del comune di Pollica, nel parco del Cilento. Una piccola comunità di circa duemila anime che è diventata famosa per via delle sue qualità ambientali e della dieta mediterranea. Sono anni infatti che prende tutti i possibili premi tanto da suscitare molte curiosità perfino in Cina.
Angelo Vassallo era orgoglioso della sua terra, dei suoi collaboratori e dei suoi cittadini. «Questo paese ha preso coscienza. Se raggiungiamo il 70% di raccolta differenziata non può essere solo merito dell’amministrazione. I cittadini hanno capito che il territorio è la nostra prima ricchezza, e così noi abbiamo pianificato e scelto di non crescere come abitanti. Le case consumano territorio, e questo non deve più succedere. Non vogliamo che ci sia una politica delle seconde abitazioni. Non portano niente a nessuno». Vassallo governava il comune dal 1995 con una piccola interruzione di sei mesi. Era stato anche presidente della Comunità montana e ora presiedeva quella dei comuni all’interno dell’amministrazione del parco del Cilento. Aveva 57 anni e lascia la moglie e due figli.
L’ho conosciuto in occasione di un lungo viaggio in vespa per tutte le coste italiane. Era scattata subito una simpatia reciproca. Mi aveva colpito il suo senso di accoglienza, l’attenzione all’altro, la grande umanità, la semplicità con cui raccontava. Una passione incredibile e travolgente. Lo hanno ammazzato perché era uno che non faceva sconti a nessuno, nemmeno alle persone a lui care. Aveva a cuore la legalità e l’ambiente e su queste faceva ruotare molta della sua azione amministrativa. Per essere un comune così piccolo, vasto per estensione e anche con molte differenze tra le sei frazioni, era stato capace di realizzare opere e iniziative importanti.
A Galdo, il borgo più lontano dal mare, dove vivono meno di cento persone, aveva costruito un caffè letterario con un emporio e un ambulatorio. Un luogo di incontro, ma anche di servizio per gli anziani. A Pioppi in primavera verrà aperto un centro nautico che gestiranno dei ragazzi disabili, e dove esiste già un museo del mare, si sta realizzando una sezione dedicata alla dieta mediterranea.
Amava la cultura e gli si illuminavano gli occhi quando raccontava il rapporto tra Hemingway e “uvecchiu”, un pescatore mitico di Acciaroli che avrebbe ispirato la figura del protagonista de “Il vecchio e il mare”. Per i prossimi giorni era in programma una grande festa dedicata al grande scrittore americano.
Angelo Vassallo aveva dovuto fare anche tante battaglie politiche contro lo Stato. «L’Italia è un paese di matti. Lo vedi il porto? Noi lo abbiamo ristrutturato, abbiamo fatto dei mutui per quarant’anni, ci lavorano tanti nostri giovani; e lo Stato cosa fa? Vorrebbe che lo gestissero i privati.
Così loro ci fanno profitti e basta. Noi invece i soldi li investiamo in progetti sociali, e nei servizi per i nostri cittadini».
Gli inquirenti stanno lavorando per scoprire chi gli ha sparato tutti quei colpi addosso. Le piste possono essere diverse, ma il procuratore che indaga si è subito sbilanciato. «Era una brava persona e lottava per la legalità». E forse proprio questo gli è stato fatale.