Come i gigli nei campi

angelo vassalloL’articolo di Marco Giovannelli uscito martedì 7 sull’Unità

Sulle spiagge di Acciaroli cresce un giglio di mare particolare. Angelo Vassallo si era preso a cuore le sorti di questo fiore perché rischiava di scomparire. Il suo comune pagava per avere la concessione di quel demanio e salvare questo frutto della natura.
Il “sindaco pescatore” era fatto così. Sensibile e attento anche alle piccole cose. Come ai tanti cani randagi che trovava in giro. Ne aveva decine e si preoccupava anche per gli altri, perché da quelle parti non ci sono canili e non voleva venissero uccisi.
Angelo Vassallo mi aveva incantato subito. Curioso di conoscere, di sapere, aveva un senso dell’accoglienza incredibile. Amava la sua terra e ne parlava come della cosa più preziosa che esistesse. I cinesi avevano scoperto Acciaroli e volevano capire come fosse possibile una qualità della vita così alta. Lui, con l’umiltà che contraddistingue i grandi, era stato ospite in Cina per una decina di giorni per raccontare i pregi di essere una città Slow e di esser la patria della dieta mediterranea.
L’ambiente e la difesa del territorio erano i valori fondanti della sua amministrazione tanto da essere più volte premiati e considerati il miglior tratto di mare in Italia. Angelo era orgoglioso di questi riconoscimenti, ma non se ne vantava mai. Li considerava il successo di tutta la comunità. «Noi possiamo fare bene quanto vogliamo, ma sono i cittadini che hanno preso coscienza dell’importanza di tutelare il loro territorio. Altrimenti come faremmo a raggiungere tanti risultati positivi?».
Era ironico, divertente e gli piaceva conversare. Ho avuto la fortuna di passare con lui due splendide giornate in cui mi ha accompagnato in giro per le frazioni a farmi vedere cosa aveva fatto in questi anni di governo. Sorrideva a tutti e si fermava a parlare con tutti.
Passionale come un vero uomo del Sud, non sopportava i soprusi e le ingiustizie di qualsiasi tipo. Abituato ad essere molto diretto prendeva posizioni anche scomode, ma i suoi concittadini lo apprezzavano perché lui si impegnava in prima persona in tutte le cose che facevano.
Si illuminava quando raccontava di Hemingway. «A volte la leggenda supera la realtà, ma che ci importa? Qui sono venute le televisioni di tutto il mondo per raccontare il rapporto tra i pescatori di Acciaroli e lo scrittore. Sono venuti anche i suoi nipoti per conoscere il nostro mare». E si, perché pare che il protagonista de “Il vecchio e il mare” sia stato ispirato dalla figura di “uvecchio”, un pescatore divenuto mitico dalle parti del Cilento.
Angelo Vassallo amava il mare e aveva iniziato a rammendare reti quando ancora andava alle scuole elementari. Presto la pesca era diventata il suo lavoro e lui lo adorava. Così nelle sere di luglio stava lì, sul suo porto, ancora più contento perché giganteschi branchi di alici erano arrivate ad Acciaroli. Con loro decine e decine di pescherecci da ogni parte d’Italia, e tutte le mattine scaricavano centinaia di casse di pesce. «Le alici sono un pesce intelligente, – mi ha detto scherzando – perché hanno capito che qui si sta bene».
Dovevamo rivederci per andare a pescare insieme. Ne aveva appena parlato con i suoi assessori con i quali avevamo a lungo conversato sui nuovi progetti. Era felice dell’intervista con cui provocatoriamente si era dichiarato favorevole alla Lega. Poi mi aveva anche detto: «Il federalismo ci farebbe bene a noi più che al Nord, ma l’Italia non la cambiano mica loro».
Chi lo ha conosciuto lo amava. Era impossibile non restarne colpiti come bene spiegano le parole di Raffaele, uno dei tanti che hanno subito mandato un commento per la barbara esecuzione. «Il lutto sventola sulla capitale delle bandiere blu. Pioppi, Acciaroli, Pollica hanno perso il loro Sindaco-pescatore. Ciao Angelo, solo Hemingway avrebbe potuto raccontare il Tuo amore per la Tua gente, la Tua passione per la Tua terra. Il mare del Cilento sia sempre spumeggiante per il tuo sorriso».

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