È lì, sepolto nel piccolo camposanto di Castiglione della Pescaia. La tomba, semplice, con una lastra di marmo bianco, è contornata di siepi di rosmarino e timo. Aveva scritto di farla così. Non voleva sfarzo e ci teneva solo a quel profumo forte della sua terra.
Italo Calvino considerava Castiglione come una delle sue patrie. Vi passava tanto tempo e scrisse molto nella casa di Roccamare. Una villa immersa nella pineta appena fuori dal borgo storico.
Da cinque anni la biblioteca comunale porta il suo nome. La direttrice Patrizia Guidi ne va orgogliosa. “Come tanti amo Calvino. Tra secoli verrà ancora ricordato perché la sua creatività non ha tempo”. Nella nuova sede, all’ingresso c’è una carrellata di foto che ritrae il grande scrittore duranti varie fasi della sua vita. In una lo si vede intento a scrivere nel suo studio della villa di Roccamare. Una struttura che rivela tutta la sua sensibilità. Figlio di botanici, amava le piante, gli alberi e non aveva voluto tagliare un pino secolare che sorgeva proprio dove andava costruita la nuova casa. Fece così girare intorno tutte le pareti, lasciando un piccolo giardino all’interno, in modo da preservare il vecchio albero.
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Insuperabile Calvino.