Leon è un pezzo importante del Nicaragua. È autentica, orgogliosa della propria storia, delle tradizioni. A differenza di Managua qui si avverte una forte identità e la città si può vivere con maggiore serenità. Viene definita come la capitale universitaria per la forte presenza di atenei. Questo alimenta una ricca vita culturale.
Il centro ha mantenuto l’architettura coloniale con le case basse che nascondono giardini interni. Tante chiese e tante università. Splendida la cattedrale e la sua terrazza che ricorda, con stili e ricchezze artistiche diverse, le case di Gaudì a Barcellona.
Il clima è un po’ più umido delle altre località in cui siamo stati (fatta eccezione per zone della laguna a San Juan del Nicaragua) .
Qui si toccano con mano le imprese della rivoluzione e l’orrore del somozismo. Il vecchio carcere, “La XXI” come veniva chiamato era il simbolo di un periodo buio e del terrore. Luogo di tortura fino al 13 giugno del 1979 quando il comandante Dora Maria Téllez attaccò il carcere assicurando La XXI ai sandinisti e liberando tutti i prigionieri. Oggi la struttura è adibita a museo delle tradizioni dove si possono però vedere diverse foto degli scontri e anche murales sulle torture. Un altro luogo che ricorda il sangue versato per la libertà è il museo dei martiri, in verità due scarne stanzette che dividono la casa con uno studio di un pediatra. Lì ci sono le foto delle centinaia di giovani morti per la liberazione del Nicaragua dalla tirannia di Somoza.