Emozioni per immagini: quelli che pubblichiamo in questo post sono alcuni dei suoi vibranti scatti di Varese-Siena, una partita da… colpi al cuore.
Proseguiamo le nostre interviste a bordo campo, con un collega: Simone Raso, fotografo che collabora anche con Varesenews, ma non solo. Stamattina il suo scatto di Recalcati esultante fa bella mostra persino sulla Gazzetta dello Sport.
La sua fortuna, ci racconta, è “quella di vivere dentro gli eventi”. Quasi fosse in campo, “sentendo le urla, vivendo la fatica, respirando le stesse sensazioni dei giocatori”. “Nelle mie immagini” sottolinea “cerco sempre di raccontare l’emozione del momento. La gioia, la rabbia, la delusione. Attimi.”
Raccontaci qualche curiosità? Come sei finito a bordocampo? “Ho iniziato a fotografare sette, otto anni fa. Mi appoggiavo ad un’agenzia per l’accedito sportivo e avevo un contatto alla Pallacanestro Varese. Economicamente, però, era una “tragedia” ;-). Oggi mi occupo di sport, soprattutto di basket e di calcio (ed è quello che mi piace di più) e ho dei contratti commerciali per campagne pubblicitarie (ad esempio, mi occupo del turismo sudafricano)”. (nella foto, Raso in azione.)
Pallacanestro e calcio. Come fotografo, qual è la differenza? “La principale differenza è ambientale. Nel calcio sei solo a bordocampo, il pubblico è distante, sei relativamente più tranquillo. Per quanto riguarda il basket… A Varese è una specie di filosofia di vita, il pubblico è in delirio. La passione dei tifosi non ha paragoni: ricordo dopo una vittoria su Cantù in trasferta, i tifosi lanciare in aria il presidente Castiglioni (a destra). Sono emozioni che è bello vivere direttamente. Il rischio, però, è altissimo, lo confesso: a volte ho perso la foto perchè stavo esultando… “
Tra di noi… Raccontaci qualche aneddoto. Com’è il rapporto con i giocatori? Si sono mai arrabbiati per qualche scatto? “No, mai nessuno si è arrabbiato. Anzi, soprattutto coi più giovani, si instaura un ottimo rapporto. Ad esempio con Passera, con Galanda…”
Quali sono i più…belli? “I più belli da fotografare sono quelli che si “gasano”, esultano. Tipo Galanda che non sta mai fermo o Slay che è una bestia (in senso buono! ndr). Se la domanda è relativa ai più fotogenici… l’anno scorso l’idolo femminile era Passera”.
Ho capito, su questa stagione sorvoli. Invece, la foto che avresti voluto fare e hai perso e quella che ti soddisfa di più? “Non ne ho perse di particolari. Anzi, ho avuto qualche soddisfazione con foto che ho scattato solo io, come il canestro a tempo scaduto di Childress nella partita di Lega2 contro Brindisi: si vedevano contemporaneamente palla e tabellone e su quella foto si è discusso, come fosse una prova. E per quanto riguarda la foto che mi soddisfa di più, mi piace sempre poter dire che è… l’ultima!”