Bruno Bianchi: largo ai giovani

L’obiettivo è quello di “far rinnamorare la città della pallacanestro e tornare a vedere pieno il Palazzetto”. Dice così, parlando del suo lavoro con i giovanissimi, Bruno Bianchi, che prosegue le nostre interviste con il cuore ai personaggi che ruotano intorno al mondo della Pallacanestro Varese. Non a caso, all’indomani di una bella vittoria, insieme soddisfazione ma anche stimolo a guardare avanti, scegliamo un personaggio che si occupa del mondo dei più giovani. Classe ’63, volto noto di Pallacanestro Varese, Bianchi è da 20 anni nel mondo del basket.

Bruno, di cosa ti occupi?Coordino il Settore Giovanile e Minibasket, che interessa almeno 400 tra bambini e ragazzi e, tra le altre cose (tecniche e organizzative), alleno l’under 15 e l’under 17. E mi fa piacere potervi dire che dopo sette anni, per la prima volta, tutte le squadre giovanili di Pallacanestro Varese giocano nel campionato Eccellenza“.

Una bella soddisfazione. Ci piace parlare di serie A, ma anche questo dato non è da poco… E’ il risultato di un lavoro cominciato tre anni fa con l’arrivo di Vescovi e Ferraiuolo, che, non a caso, sono nati e cresciuti nel settore giovanile, come anche Andrea Meneghin (responsabile dele settore giovanile, ndr). Da parte loro è arrivato uno stimolo molto forte: noi oggi lavoriamo per costruire un vivaio per la serie A. Il settore giovanile per un po’ ha “dormicchiato”. Ora… siamo molto svegli 😉 ! Reclutiamo anche giovani da fuori com’è stato per Mian da Udine o per Giannini da Bari. Il settore è molto attivo: basti pensare che in tre anni i bambini del minibasket sono passati da 60 a 200.”

Quali sono le iniziative per avvicinare i bambini al mondo della pallacanestro? Ci siamo chiesti come mai negli ultimi anni al Palazzetto ci fossero pochi giovanissimi: non è una questione di vendita di biglietti ma una questione di cuore (del resto il nome del Consorzio non è stato scelto a caso!). L’obiettivo è chiaro: bisogna tornare a far innamorare del basket. Le iniziative rivolte ai giovanissimi quindi sono molte: andiamo nelle scuole, organizziamo incontri tornei. Il progetto scuola, soprattutto, è molto interessante: tra le altre iniziative, i giocatori della prima squadra “vanno a scuola” e i ragazzini sono felici. Poi, va detto che lo staff del settore giovanile e minibasket è ottimo: 15 istruttori, due preparatori atletici e staff medico. Una struttura specifica creata negli ultimi anni che sta dando i suoi frutti”.

C’è anche stato un premio di recente per uno dei vostri ragazzi...”Sì, Matteo Piumino, classe ’98, ha ottenuto il riconoscimento Anni Verdi dal Panathlon Varese: l’anno scorso, con gli esordienti, ha giocato 82 partite, non ha mai mancato un allenamento e, nel frattempo, ha avuto ottimi voti a scuola. Il che conferma che il rendimento scolastico dipende dalla volontà!”

Possiamo parlare di una specie di famiglia? Certo … Anzi, a questo proposito, vi anticipo che sabato prossimo, 20 novembre, al Palazzetto faremo, per il primo anno, una foto con tutto il settore giovanile, la prima squadra, lo staff tecnico e tutti quanti collaborano a Pallacanestro Varese. 500 persone… una GRANDE famiglia! la foto poi diventerà un Poster, distribuito tramite Prealpina, e i proventi saranno destinati a Il Ponte del Sorriso.”

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47 risposte a Bruno Bianchi: largo ai giovani

  1. Netta scrive:

    Complimenti alla Pallacanestro Varese e complimenti a Bruno Bianchi per l’impegno che ogni giorno mette per far crescere il settore giovanile, grande risorsa di una società vincente!

  2. Serena scrive:

    Il minibasket… quanti ricordi!! Sono felice che i bambini e i ragazzini di Varese possano fare un’esperienza formativa e divertente come quella di giocare in una grande squadra che mantiene inalterati gli stessi valori di un tempo. Complimenti per il lavoro e gli sforzi!

    Quando potremo trovare il poster con la Prealpina?

  3. riccardo scrive:

    mio figlio è della “nemica” robur, ma non ha mancato mai all’appuntamento di Druogno !!!
    mi piace l’atteggiamento
    forza Varese

  4. Pingback: Arriva la befana (biancorossa, naturalmente) | Pallacanestro Varese

  5. Pierluigi Cantoreggi scrive:

    Dire Grande Famiglia, forse è esagerato, forse famiglia Adottiva, dal momento che i figli vengono cacciati per “adottarne” altri.
    Questo non è un vero settore giovanile dove fate crescere i ragazzi, poichè questi ragazzi vengono cresciuti da altri…..forse voi non ne siete in grado?
    Non potete chiamare scuola basket un qualche cosa ove non fate realmente crescere dei bambini, visto che le squadre sono formate anno per anno da ragazzini venuti da chissà dove,(vedi il gruppo dei ’99 di quest’anno).

    • istruttore scrive:

      il signor cantoreggi non e sincero,il suo bambino non e stato cacciato da nessuno,anzi se ben ricorda proveniva pieno di rancore dalla squadra dove e ritornato.

      • Pierluigi Cantoreggi scrive:

        Carissimo “istruttore”, mio figlio, non è tronato da dove era arrivato, se ricordi bene lui era al Campus, ora è nella squadra della Robur, poi ti voglio anche ricordare che inizialmente si era parlato di una seconda squadra che non è stata costituita e la risposta del sig. Bianchi era stata:”non ho alternative da proporre ai vostri figli, se volete restano qui, si allenano e basta”.
        Il sig. Bianchi ha proposto gli Under 13 provinciali solo un’ora dopo la mia telefonata per comunicare la decisione, peraltro presa da mio figlio (ci tengo a puntualizzare che la situazione l’ha subita lui in prima persona e non ha ricevuto alcuna pressione da parte mia, a me interessa solo che si diverta e da voi non è stato più così), di andarsene con altri compagni che hanno subito lo stesso trattamento.
        Tengo inoltre a puntualizzare che parliamo ancora di Minibasket e che le manovre da voi fatte con questi ragazzi sono tutt’altro che corrette, eviterei di vantarmi troppo del fatto di essere la società di punta della provincia.
        In una socetà come voi la definite, il responsabile del settore non se ne esce in riunione con frasi del tipo :”del sociale non me ne frega niente”, “sono alla ricerca del nuovo Meneghin…”.
        A 11 anni i ragazzi vogliono solo giocare e divertirsi in un ambiente sano.

    • marina parma scrive:

      Caro Pierluigi,ti assicuro che avendoti conosciuto,queste parole offensive nei confronti di chi dedica tanto tempo con i bambini mi sembra un po esagerato.
      Non voglio fare polemica con te, voglio solo dirti che dopo quasi quarant’anni di lavoro con i bambini io mi diverto ancora e ho la presunzione di dirti che attraverso questo gioco bellissimo, penso proprio di averli aiutati a crescere e di essere un punto di riferimento per loro.Ringrazio tutti gli istruttori della pallacanestro varese e Bruno Bianchi per questa bella esperienza insieme

      • Pierluigi Cantoreggi scrive:

        Carissima Marina, sai benissimo che di te ho molta stima e conosco benissimo il lavoro che hai fatto e che stai ancora facendo, continua così.
        siamo venuti in Pallacanestro Varese perchè mio figlio ti ha conosciuta.
        Purtroppo all’inizio di quest’anno come tu ben sai, si sono verificati degli episodi alquanto incresciosi e ti assicuro che anch’io sono rimasto a bocca aperta sentendo ciò che è uscito dalla bocca di Bianchi durante le riunioni con tutti i genitori (ne sono state fatte 2), e mi sono meravigliato del fatto che una società come questa abbia accantonato, senza dare una continuità, un gruppo di ragazzini.
        permettimi inoltre di dirti che non voglio discutere il lato tecnico, non è mio compito e non ne sono in grado, mi permetto di discutere il lato umano che negli sport di squadra deve essere sempre al primo posto

  6. paolo bagatin scrive:

    condivido pienamenteil commento di pierluigi cantoreggi.Mi meraviglio che una soceta’ gloriosa come la pallacanestro varese abbia dirigenti non in grado di gestire un settore giovanile e minibasket.Mi auguro che in futuro arrivi qualcuno a far meglio e non capiti PIU’ situazioni umilianti come al gruppo99. AD AURELIANO MATTEO LORENZO E BOMBA dico di continuare a sorridere e amare sempre di più il basket,GRAZIE PER LE BELLISSIME VITTORIE NELLA STAGIONE2010 con la maglia del varese. SIETE MERAVIGLIOSI(aury teo rollo gabry bomba)

    • istruttore scrive:

      non capisco tutto questo rancore ancora dopo mesi da questa vostra scelta……… pentiti?

      • Pierluigi Cantoreggi scrive:

        purtroppo non è stata una nostra scelta, i nostri figli, e puntualizzo poichè la scelta è stata loro, sono stati messi in condizione di andarsene poichè non ci è stata data alternativa, o meglio….. le proposte sono state fatte solo dopo che la decisione di andarcene era stata presa, nel frattempo ci è stato detto “non ho proposte per i vostri figli”.
        e comunque ti assicuro che nessuno di noi si è pentito

      • paolo bagatin scrive:

        no pentiti,rancore neanche dispiaciuto solo per il trattamento dato ai bambini

  7. Alessandro scrive:

    Mi sembra esagerato dire che la Pallacanestro Varese non abbia dirigenti in grado di gestire il Settore Giovanile e il Minibasket. Da osservatore “esterno” del Basket giovanile varesino, vedo invece che i risultati di questi ultimi anni sono decisamente migliori di quelli degli anni scorsi. Capisco anche che il genitore, che pensa sempre di avere il “campione” in casa, rimanga male quando al suo “campione” viene consigliato per il suo bene, di fare parte di un altro gruppo per divertirsi di più e per continuare a giocare. In questo caso, di solito, sono i bambini che capiscono di più dei genitori.

  8. netta scrive:

    Scusate l’intrusione ma sono una mamma di un ragazzo che gioca nel Settore Giovanile della Pallacanestro Varese da un paio di anni e vorrei sottolineare che, contrariamente da quanto da voi asserito, trovo gli allenatori del Minibasket e del Settore Giovanile competenti, preparati e soprattutto attenti. Vorrei ripetere attenti in quanto, da esperti che sono, sanno valutare le effettive potenzialità di ogni giocatore per poi consigliare loro ed eventualmente indirizzarli, qualora volessero continuare l’esperienza cestistica, magari in un altro gruppo: lo scopo è divertirsi, i nostri figli si devono divertire… positivo lo spirito agonistico ma con un pò di razionalità direi….

  9. Marco Pirovano scrive:

    Forse si sta un pochino esagerando, forse dare dell’incapace a chi ha creato un settore giovanile e un minibasket da zero è un po’ eccessivo. 5 anni fa quando sono arrivato io a varese avevamo 60 bimbi iscritti al nostro minibasket, oggi ne abbiamo quasi 200, avevamo 4 squadre iscritte ai campionati mininasket di tutte le categorie, ore ne abbiamo 4 iscritte al solo campionato aquilotti e 8 in totale. Il settore giovanile aveva forse 1 o 2 squadre che partecipavano al campionato open, ore tutte gareggiano nel campionato massimo e con ottimi risultati. Abbiamo 30 società amiche ci sostengono e è stata dato uno slancio nuovo a tutto il movimento della pallacanestro giovanile nella provincia di varese con l’organizzazione di tornei e manifestazioni. E’ stato organizzato un camp da zero, e quest’anno siamo alla quarta edizione, è stato fatto un merchandising per i bambini del nostro settore giovanile e minibasket, dai palloni alle felpe alle figurine… Tutte cose che 5 anni fa erano un lontanissimo miraggio. C’è un’organizzazione efficiente per tutte le squadre e per il lavoro di segreteria e programmazione. Siamo la società di punta della provincia, e questo risultato non si ottiene per caso, nè con dirigenti incapaci.
    Certo si può sbagliare, ci sono delle situazioni nuove che si possono sbagliare a leggere, anche per chi ha fatto tutte le cose scritte sopra, possono aver sbagliato i dirigenti, gli allenatori e chi ha fatto delle scelte. Io sbaglio di continuo con i bimbi, come loro sbagliano un canestro, come un arbitro sbaglia un fischio. Si cerca di fare il proprio meglio, e nel settore giovanile si cerca di fare il meglio per ogni ragazzo. Ognuno giudica da se, se le scelte fatte sono state giuste o sbagliate, forse si poteva fare meglio, forse no, non tutti sicuramente saranno contenti delle decisioni prese, ma se davvero i vostri figli vogliono continuare a giocare, come avevano intenzione di fare, pensate a farli giocare.
    Ad AURELIANO MATTEO LORENZO E BOMBA dico di continuare a sorridere e amare sempre di più il basket,GRAZIE PER LE BELLISSIME VITTORIE NELLA STAGIONE 2010 con la maglia del varese.

  10. mg scrive:

    Mi permetto di scrivere due note: sono una mamma ed insegnante di scuola elementare e credo che fare polemica su dei bambini di 11 anni sia una cosa veramente poco educativa. Mi chiedo se questi genitori hanno chiesto ai loro figli se per loro, giocare da una parte o dall’altra cambi qualcosa. I bambini si vogliono solo divertire e giocare e non soddisfare il proprio IO del genitore. Scusate le parole forti ma come insegnante ho voluto dire la mia.

    • Pierluigi Cantoreggi scrive:

      Carissima mg, ti assicuro che ai nostri bambini, ed anche a noi, giocare da una parte o dall’altra non importa nulla, infatti per più di un mese sono rimasti in attesa che si sbloccasse qualcosa, purtroppo ciò non è successo.

  11. Paolo Zanforlin scrive:

    Buongiorno a Tutti ,
    parlo da genitore di un bambino di otto anni che frequenta la pallacanestro varese sin da quando aveva 5.
    Volevo soffermarmi soprattutto su due punti , uno ludico& sportivo e l’altro, quello sempre più di difficile comprensione da parte delle persone, il rispetto dei ruoli.
    Ludico& sportivo: basta andare a vedere gli allenamenti e le partite di tutte le squadre del MB per vedere se gli istruttori sono alla ricerca del nuovo Andrea Meneghin o piuttosto nel cercare in primo luogo a far crescere in maniera rispettosa del prossimo ( sia esso compagno di squadra o avversario) i bambini. Ci sono istruttori, e con estremo piacere faccio nome e cognome ad esempio il grande Mario Zambelli, che accoglie i più piccoli in palestra pensando solo a farli giocare, il basket poi arriverà! Insegnando loro, in taluni casi, addirittura a correre, ad allacciarsi le scarpe, a vestirsi e a relazionarsi con altri bambini . Pensando al secondo punto ” definizione dei ruoli” queste cose dovrebbero farle i genitori senza polemiche sterili e inutili.
    Definizione dei ruoli.
    Il dirigente di una società sportiva deve fare il dirigente pensando a far crecere il movimento secondo la propria filosofia e le strategie della società.
    Da che esiste la pallacanestro e i settori giovanili si sono sempre verificate situazioni del genere, e penso che nessuno , neanche il peggiore degl’educatori, tratterebbe male un bambino/ragazzo che ha negl’occhi la voglia di giocare e divertirsi con il basket.
    Ogni giorno un dirigente si trova di fronte a delle scelte e penso, anz i sono convinto che cerchi sempre di farle con il famoso detto ” da buon padre di famiglia” ovvero pensando al bene del bambino/ragazzo, della squadra e non ultimo quello della società.
    Inoltre essendo io genitore devo fare il Genitore di un bambino che gioca a basket!
    Ovvio che come tutti i genitori penso che mio figlio sia il nuovo Andrea Meneghin, o meglio spero che possa diventare il sù citato campione. Ma se non lo fosse? se non lo sarà non darò colpa all’allenatore o al dirigente che forse ha sbagliato in buona fede.
    Quindi non creo false aspettative al mio bambino nel caso in cui dovesse essere “tagliato” o in gergo metropolitano subdolo”cacciato” dicendo che gl’altri hanno sbagliato, non per altro dato che tra qualche anno lo stesso bambino si confronterà con una società che non accetta ma soprattutto rifiuta chi da la colpa sempre agl’altri delle proprie eventuali “sconfitte”.
    Se i bambini si divertono, Bene. Noi genitori dobbiamo solo fare i taxisti e portarli in giro nella provincia a prescindere dalla società in cui giocano.
    Credo fermamente nella definizioni dei ruoli e nel rispetto degli stessi.
    Io faccio il genitore come meglio riesco e son convinto che gli allenatori della pallacanestro varese piuttosto che della pallacanestro catania fanno gli allenatori como loro meglio sanno fare.
    Proviamo a pensare un pò più spesso al sorriso dei ragazzi e non solo ai canestri e tantomeno a polemiche veramente inutili.
    W i bambini e W la Pallacanestro Varese

    • Pierluigi Cantoreggi scrive:

      egregio sig. Zanforlin, io non stò mettendo in discussione gli allenatori, infatti ho stima di molti di loro che ho conosciuto, inoltre non penso e non ho mai pensato a mio figlio come il nuovo Andrea Meneghin, è solo un ragazzino che ha tanta voglia di giocare e divertirsi, e le assicuro che se lei si fosse trovato nella stessa situazione in cui si è trovato mio figlio e alcuni suoi compagni….forse reagirebbe come me o anche peggio.
      Inoltre le rammento che stiamo parlando di scuola minibaket, dove peraltro paghiamo per avere un servizio (che non abbiamo avuto), e non di settore giovanile ove vi è una selezione per via del tesseraremento.

      • Marta & Davide scrive:

        Premettiamo subito nel dire che abbiamo provato grande dispiacere nel leggere i commenti scritti, in modo particolare perchè provenienti da persona che ritenevamo, non solo genitori di bambini che abbiamo avuto il piacere di allenare, ma anche amici.
        E’ ingiusto prima complimentarsi del lavoro svolto da istruttori e dirigenti e solo dopo pochi mesi metterne in dubbio le competenze. Si, perchè qui si lavora come una squadra vera sia in campo che per tutte le decisioni che vengono prese. Sicuramente la Pallacanestro Varese è una famiglia adottiva perchè è di tutti, chiunque può venire a provare a giocare e noi non abbiamo mai cacciato nessuno dalla palestra (con un pochino di ironia diciamo che a volte non ci spiacerebbe però lasciare fuori i genitori!). Tornando nel caso specifico, in realtà sono state fatte diverse leve, come ogni anno. Per l’anno 99 si sono presentati parecchi ragazzi. Visto il numero elevato di bambini non era possibile fare una squadra sola ma purtroppo non era abbastanza per poterne fare due. Quindi ci siamo preoccupati di trovare una soluzione che soddisfacesse tutti e dalla quale tutti potessero trarne giovamento. Abbiamo (istruttori e dirigenti) fatto diverse proposte ai ragazzi e alle loro famiglie, ma nessuna di queste soddisfaceva le richieste dei genitori. Come ultima era stato proposto ai ragazzi di ragazzi di giocare con l’Under 13. La Pallacanestro Varese non ha cacciato nessuno, ma sono stati i genitori che hanno deciso di portare i propri figli a giocare in altre società. In ultimo, per quanto riguarda le citazioni riportate dal Sig. Cantoreggi quali : “del sociale non me ne frega niente” e “sono alla ricerca del nuovo Meneghin” sono state dette in un discorso molto più ampio e non riferite al minibasket. Estrapolare due frasi in un discorso di circa 1 ora non ci sembra molto corretto.
        Concludendo auguriamo il massimo divertimento a tutti quei ragazzi con cui abbiamo avuto la possibilità di passare un anno intenso e ricco di soddisfazioni e alla quale noi vogliamo molto bene…l’importante è che non perdano l’amore per la pallacanestro e che continuino a giocare….giocare…..giocare!!

        • Pierluigi Cantoreggi scrive:

          carissimi Marta e Davide, devo smentirvi poichè di reali proposte ai nostri ragazzi non ne sono mai state fatte, anzi, a loro, da parte vostra, non è stato spiegato assolutamente nulla sono semplicemente stati parcheggiati in attesa di chissà cosa, ricordate Aury e Lorenzo da soli al pallone?
          Vi rammento che stiamo parlando di scuola minibasket e non di una selezione per un qualsiasi under….
          Per quanto riguarda la decisione di portarli via… Mio figlio ha deciso autonomamente, una sera mi è venuto a dire “papà non mi stò più divertendo, portami via da qui”.
          per quanto riguarda la riunione da parte del vostro “capo” sono state spese delle parole che non hanno avuto alcun riscontro.
          Comunque quella sera si è parlato di Minibasket……mi sembra.

          • Pierluigi Cantoreggi scrive:

            dimenticavo….. la proposta per gli Under 13 è uscita solo dopo avervi comunicato che avremmo portato via i ragazzi (dopo più di un mese che aspettavamo una decisione da parte vostra), nella riunione, estemporanea fatta fuori dal pallone (l’ultima che ha fatto scaturire la decisione di andarsene), ci è stato addirittura chiesto a noi di proporre qualche soluzione perchè voi non ne avevate.
            l’amore per la pallacanestro, comunque, è sempre molto forte e nessuno dei nostri figli ha smesso di giocare, sicuramente si porteranno nel loro cuore una forte delusione da parte della Pallacanestro Varese

        • paolo bagatin scrive:

          il problema e questo il bambino aveva perso la voglia di amare la pallacanestro ma grazie alla nuova soceta l’amore per la pallacanestro e ritornata

  12. paolo bagatin scrive:

    Sono daccordo con i commeti e particolari espressi da pierluigi,il problema non sono le scelte tecniche ma il modo in cui sono stati trattati i bambini. NESSUNO DISCUTE LE QUALITA’ MERAVIGLIOSE CHE HANNO GLI ISTRUTTORI E ALLENATORI DELLA PALLACANESTRO VARESE CHE HO AVUTO LA FORTUNA DI CONOSCERE E APREZZARE.Nessuno pero’ racconta nei loro commenti i fatti che noi tutti iteressati sappiamo.Come mai tutti adesso si sentono feriti e nessuno al momento del fatto e’ venuto a dire due parole di incoragiamento a quei bambini delusi dalle persone che si fidavano e che hanno dedicato impegno fino a meta’ ottobre 2010.Adesso rispondo al commento di alcuni genitori .Sono anchio un padre molto attento e non pretendo che mio figlio diventi un campione di basket ma solo una buona persona nella vita quotidiana.Probabilmente non conoscendomi ha espresso un onesto pensiero che tanti genitori hanno.Per chiudere volevo solo dire che il commento fatto giorni fa’ era esprimere un malessere di mio figlio che si porta dietro da settembre 2010,e tuttora adesso non riesce a colmare. CORDIALI SALUTI A TUTTI
    bagatin paolo

    • andrea scrive:

      Sono un ragazzo di ventitre anni da diciotto faccio sport,ho cambiato societa un paio di volte,ho avuto allenatori esigenti,severi spesso non mi giustificavano le loro scelte,sono sempre andato avanti; ho giocato in A2 ,ho incontrato i miei limiti,sono sceso di livello ma continuo a giocare.I miei genitori amano lo sport e a me questo è rimasto.

  13. istruttrice scrive:

    comunicazione per aldo monti
    i bambini del 2002 ti aspettano in palestra per vedere una partita.Ci contiamo

  14. Marco Pirovano scrive:

    Se stiamo a raccontare tutta la storia per filo e per segno, probabilmente tutte le mezze affermazioni virgolettate che avete messo perdono di peso. NON si crea un minibasket da 200 bambini mandiamo via chi è già da noi, anche se ogni anno di bambini che da noi decidono di passare alla robur (per esempio) ce ne sono più di uno credimi. Come, del resto, avviene il contrario. D’altro canto non vedo ne leggo nessun commento di nessun genitore, nessuna polemica da nessuna parte. Su 400 genitori si cerca di accontentarne la maggior parte, si cerca di far filare tutto liscio, si cerca la collaborazione e la comprensione. Attenzione, come ti ho già scritto, non vuol dire che ci si sia mossi in modo sbagliato, hai ragione che una situazione così non doveva crearsi, ma una volta che si è creata è stato fatto tutto il possibile per cercare di porvi rimedio, compresa la proposta dell’ U13 (che è già formata da 18 bimbi, e vi sareste trovati in 22). Purtroppo è stata una situazione spiacevole, tutti gli anni, dai 97, 98 e anche quest’anno con i 99 sono sempre state create due squadre di diverso livello, una che si preparava per il campionato Open e una per il campionato provinciale. Purtroppo per i 99 i numeri in partenza non c’erano, con la sfera di cristallo avremmo potuto imboccare la strada giusta, per esempio prevedere che il campionato NON competitivo 99 fosse molto più impegnativo del competitivo 2000, sarebbe stata una soluzione iscrivere due squadre li facendo così girare 99 e 00 insieme… ma spiegami come si può saperlo in anticipo?
    Quello che non capisco è questo continuo accanimento, questo continuare a gettar fango, il sottolineare ogni singolo errore e ogni singola parola di una persona che ci sta mettendo tutto l’impegno possibile nell’affrontare un lavoro che deve mandare d’accorso un migliaio di persone, e ottenere anche dei risultati.
    Io sono convinto che tuo a tuo figlio tutto questo non porta alcun giovamento, probabilmente è più uno sfogo di frustrazione personale, di poter dar la colpa a qualcuno e sentirsi meglio nel pensare che quel qualcuno è un “c…e”.
    Forse, continuare su questa strada non ti serve a niente, e qui dal primo all’ultimo, da Andrea Meneghin a Marco Pirovano, passando per tutto lo staff, siamo tutti più che orgogliosi di lavorare per questa società e di averla portata di nuovo a essere la società di riferimento della provincia.
    L’anno prossimo chiederemo al Cecco Vescovi una sfera di cristallo per capire quanti bimbi si iscriveranno e per decidere in partenza gruppi, squadre e allenamenti.
    Ma credimi, sono sicurissimo, che qualcuno troverebbe da lamentarsi lo stesso.
    Saluti.

    • vichy78 scrive:

      Buongiorno a tutti, mi rendo conto che l’argomento vi scaldi e credo che il valore di un blog sia anche di permettere a ciascuno di dire la propria… Vi chiedo solo di moderare qualche termine, altrimenti lo farò io con qualche puntino di sospensione 🙂 grazie!

  15. Marco Pirovano scrive:

    mi culpa, chiedo scusa =(

  16. Stefano Cattaneo scrive:

    Sono uno dei genitori del gruppo superstite del ’99 e buona parte delle persone coinvolte in questo botta e risposta mi conoscono.
    Mio figlio gioca a Varese da ormai 5 anni, ma nei primi mesi di questa stagione ci sono stati diversi momenti nei quali anch’io ho pensato di emigrare, poichè non capivo, per esempio, perchè una squadretta che, senza lode nè infamia, aveva vinto il proprio campionato, non venisse smembrata per far posto a tanti nuovi acquisti. Inoltre, dopo aver sentito diverse voci sul “mercato” che aveva preceduto questi inserimenti, che non citerò per non scadere nel pettegolezzo, ho cominciato a dubitare dell’onestà intellettuale dei dirigenti del nostro settore giovanile.
    Ora qualcuno mi chiederà: “..ma perchè non vai a far compagnia a Pierluigi ?” ed io rispondo che, nonostante Pierluigi sia un amico e lo vedrei volentieri, mio figlio Andrea veste la sua maglia rossa come una seconda pelle, con l’orgoglio di un’anima ancora candida e spero che la sua ingenuità non venga mai inquinata del alcuno, dirigente, allenatore o genitore che sia.
    Potrei dilungarmi, ma preferisco terminare pensando che gli errori fatti siano stati commessi in buona fede e che il futuro ci riservi serenità e divertimento come è accaduto nel passato. Spero di non andar contro le regole del blog riportando un trafiletto che potete trovare sul sito minibasket.org ed un link ad un documento molto intelligente sul rapporto tra i genitori e gli allenatori nel minibasket “http://www.minibasket.org/Eppure_esistono._Istruttori_e_genitori.pdf”: dovremmo leggerlo tutti e riflettere per rispetto dei nostri figli.
    Grazie.

    L’angolo di Duccio a cura di Gianni Cedolini
    Partecipavo al Torneo della Befana a Limena con la mia squadra Aquilotti…come consuetudine assistevo alla finalissima 1° e 2° posto ai bordi campo, precisamente vicino all’angolo. La partita si giocava in un clima molto corretto in campo ma con tanta confusione sugli spalti è naturale che il gioco subisca gli effetti delle aspettative createsi.
    Durante la partita, ad ogni azione di attacco, un bambino si posizionava esattamente nell’angolo dove ero seduto io mantenendo quella posizione per tutta la durata dell’azione senza prendere nessuna iniziativa e completamente ignorato dal bambino prodigio di turno che vedeva bene di giocare la sua finale Champions 1 contro 1.
    Dopo qualche minuto gli ho chiesto come si chiamava e mi ha risposto Duccio! Vista la sua passività ho cercato di intrattenerlo ed ogni azione parlavo con lui del più e del meno fino al termine della partita.
    Questo episodio mi è rimasto impresso e mi sono più vollte domandato di come mi comportavo di fronte al mio Duccio, di quante occasioni di apprendimento aveva rispetto agli altri bambini, di quante volte ho sperato che non gli passassero la palla con la sicurezza che la perdesse, delle partite vinte in barba ai suoi miglioramenti.
    In ogni squadra della terra c’è un Duccio ed è per tutti questi bamini che io vivo ancora nel minibasket e sono fiero quando li incontro, ormai grandi, e mi dicono che sono diventati istruttori minibasket o giocatori di pallacanestro.

    • vichy78 scrive:

      no anzi le vostre segnalazioni fanno sempre piacere!

    • Pierluigi Cantoreggi scrive:

      Grande Catta, anch’io ho voglia di riveserti

      • paolo scrive:

        ciao catta e pier mi piacerebbe rivedervi un grosso abbraccio da paolo e un particolare saluto da aury ad teo e andrea

    • istruttore scrive:

      Suo figlio l’ anno prossimo dovra’ passare dal minibasket al settore giovanile.
      Probabilmente persone competenti decideranno se suo figlio sara’ in grado di affrontare un campionato regionale o provinciale.Le consiglio come genitore di prepararlo a questo passaggio.

      • Pierluigi Cantoreggi scrive:

        S’i fosse fuoco, arderei ‘l mondo;
        s’i fosse vento, lo tempestarei;
        s’i fosse acqua, i’ l’annegherei;
        s’i fosse Dio, mandereil’ en profondo;
        s’i fosse papa, allor serei giocondo,
        ché tutti cristiani imbrigarei;
        s’i fosse ‘mperator, ben lo farei;
        a tutti tagliarei lo capo a tondo.
        S’i fosse morte, andarei a mi’ padre;
        s’i fosse vita, non starei con lui;
        similemente faria da mi’ madre.
        Si fosse Cecco com’i’ sono e fui,
        torrei le donne giovani e leggiadre:
        le zoppe e vecchie lasserei altrui.

        Cecco Angiolieri (Siena, 1260 circa – Siena, 1313 circa)

  17. Stefano Cattaneo scrive:

    Gentile Istruttore,
    fatico a trovare il filo logico che unisce il mio intervento al suo, sarà forse l’ora tarda…
    Tuttavia, le rispondo che, in primo luogo, non apprezzo l’anonimato, poichè sembra trasformare le sue parole in una velata minaccia.
    L’anno prossimo spero che chi giudichi mio figlio sia “indubbiamente” competente, come tutti ci auguriamo quando andiamo dal medico o portiamo l’auto dal meccanico.
    Qualunque campionato Andrea sarà in grado di affrontare, non costituirà certo un problema finchè ci saranno impegno e passione: lo sport è una grande lezione di vita, anche quando ci si renda conto di non essere il migliore, poichè spesso ci impone il sacrificio. Nella vita avverranno altri passaggi, ben più importanti e gravosi.
    E chissà, magari l’anno prossimo mio figlio mi confesserà di voler giocare a pallavolo o partecipare ai campionati mondiali di subbuteo…
    La ringrazio, comunque, per il suo prezioso consiglio e le auguro di trascorrere una buona notte.

    • istruttore scrive:

      Nessuno ha minacciato ,questa voleva essere una informazione.
      Come istruttore spero di non essere paragonato a un meccanico che ripara un auto.

      • Meccanico scrive:

        si parlava di competenza. che conta per il medico e per il meccanico (e per l’istruttore)! io non mi offenderei

        • istruttore scrive:

          Io pensavo al rapporto umano tra medico e paziente e tra istruttore e bambino che entra nelle competenze dell’insegnamento.

        • istruttore scrive:

          dimenticavo….non è un offesa per me.Sono i bambini che non vanno paragonati alle macchine.

  18. Marco Pirovano scrive:

    c’è un’ottima versione cantata da De Andrè.

  19. Marta scrive:

    Vorrei rispondere a Stefano, anche se potrei farlo direttamente di persona; cosa che io preferisco nettamente invece di questi botta e riposta su un blog dove vengono scritte mezze verità e le questioni non si riescono a chiarire mai fino in fondo. E con questa vorrei mettere anche fine a questa inutile polemica ed invitare in palestra a fare due chiacchiere chi sentisse ancora il bisogno di un chiarimento o di uno sfogo.
    Non escludo che all’inizio dell’anno siano stati fatti degli errori, ma come tu hai ben detto, sono stati fatti in assoluta buona fede. Si sarebbero potute prendere altre decisioni e con il senno di poi è facile trovare delle soluzioni migliori rispetto a quelle scelte al momento. Non credo che nessun bimbo, però, sia stato trattato male o senza rispetto e questo lo voglio sottolineare.
    Mi vorrei rifare proprio al trafiletto che hai inserito. Se il Duccio della situazione non avesse giocato insieme al bambino prodigio di turno, ma invece fosse stato inserito in un gruppo più omogeneo probabilmente avrebbe avuto molte più possibilità di essere protagonista delle sue partite. Di certo avrebbe avuto meno soddisfazioni (o forse i suoi genitori ne avrebbero avute meno!!!) e non avrebbe vinto la finale di “champions”, ma sarebbe cresciuto e migliorato motoriamente, come cestista e sicuramente anche come persona.
    Proprio per non avere il “Duccio” della situazione e per voler dare a tutti i bambini gli stimoli migliori e il maggior numero di occasioni di apprendimento possibile che abbiamo cercato di fare la scelta più adatta e efficace in base al numero dei bimbi che avevamo in palestra.
    Mi spiace molto accorgermi che tutto quello che è stato fatto dai dirigenti e dagli allenatori della Pallacanestro Varese sia stato interpretato male; l’unico vero obiettivo è stato SEMPRE il BENE dei ragazzi.

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