Questo titolo l’avevamo già usato per la partita contro Cantù. Ma ci sembrava il più adatto.
Un altro derby, una storia simile: che si vinca o si perda (e, ci ripetiamo: meglio vincere!), l’emozione è unica.
Stasera ancora di più: dopo un’andata sofferta (per non dire altro…) , dopo una sequenza di vittorie e sconfitte da togliere il fiato, questa era una partita che non si poteva perdere. In ogni senso! E, in effetti, il palazzetto era pieno, e cartoncini a parte, era un trionfo di bianco e di rosso.
Di Varese si dice che sia apatica (e ai varesini non manca una buona dose di autocritica, che alle volte scivola nell’autolesionismo), ma è in occasioni come questa che – attaccati a qualcosa che, chissà perchè, prende un pezzo di cuore – si “sente”, calda e appassionata, l’identità della Città!
(Questo post lo dedico a Kangur – meraviglioso – e alla bimba che accanto a me ha dormito per tutta la partita, nonostante un tifo da risvegliare il quartiere. Ognuno c’è, a modo suo. L’importante è ESSERCI!)