Anna Prandoni, uno sguardo su Londra tra cucina e curiosità

Ah la cucina… Chi non ama mangiare, assaggiare nuove pietanze, sapori, abbinamenti? E dove andare per fare tutto ciò? In Italia? Sì anche, ma soprattutto a Londra, la capitale della varietà culinaria, dove non c’è una vera e propria cucina tipica, ma un misto di tutte quelle del mondo. Ed è proprio qui che Anna Prandoni ci porta, in un tour culinario (e non solo) nella capitale inglese.

Come dite? Un assaggio? Vi dovrete accontentare dei racconti e delle foto di Anna: dopotutto anche gli occhi vogliono la loro parte.

1.  Descrivi in poche righe chi sei

Giornalista e scrittrice specializzata in cucina e enogastronomia. Digital addicted. Mi occupo dello sviluppo della sezione ‘cibo’ a Glocal. Sono il direttore di Il Panino Italiano, coordino i corsi gourmet presso l’Accademia Marchesi e ho fondato la startup icestini.it

2.  Come è stata la tua esperienza con l’account di VareseNews?

Intrigante e piacevole. Si è svolta durante un mio soggiorno di lavoro e studio a Londra e mi ha aiutata a raccontare la mia esperienza e quello che di “varesino” c’è lì.

3.  Cosa pensi di Instagram come mezzo di comunicazione?

Non sono una brava fotografa, non mi piace molto fare postproduzione: ma come faccio con tutti gli altri social mi piace usare questi canali per raccontare storie che incontro quotidianamente.

4.  Cosa ti piace raccontare?

Le storie che vivo, le persone che incontro, le cose curiose che vedo.

5.  Cosa significa gestire un account Instagram per una testata giornalistica e cosa pensi del progetto Convaresenews?

Il progetto è geniale, perché dà agli utenti la possibilità di avere uno sguardo sul mondo. E poi è vincente per il giornale e per chi lo gestisce temporaneamente: permette di aumentare il numero di follower sia al profilo del gestore temporaneo che al profilo del giornale.

6.  Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Nuove conoscenze, qualche follower in più, una prova ulteriore che il digitale, se usato bene, è una ricchezza per tutti.

7.  Qual è l’opinione che gli Inglesi hanno degli Italiani e dell’Italia?

Ci apprezzano molto per la creatività, non capiscono molte cose di noi: siamo ‘estranei’ per molti versi. Me ne sono accorta per esempio in ufficio, durante uno dei miei primi giorni. Il mio tono di voce era completamente avulso dal contesto, e ho dovuto abbassarlo parecchio per adeguarmi. Questa tendenza alla condivisione e la nostra solarità non sono così automatiche e ci fanno immediatamente apparire ‘diversi’, pittoreschi quasi.

7.  Dato che ti occupi di cucina, puoi parlarmi delle tendenze gastronomiche a Londra? E quelle italiane sono ancora così desiderate? Qual è il cibo più insolito che hai assaggiato a Londra?

Londra è uno dei luoghi dove si mangia meglio al mondo: non fraintendetemi, non per merito della cucina inglese, che è monotona e non particolarmente intrigante, ma perché quella città è il punto di incontro di tutte le etnie e di tutte le culture del mondo. Puoi trovare qualsiasi cosa tu abbia voglia di mangiare, a qualunque ora e per qualunque portafoglio. Io, paradossalmente, ero talmente sopraffatta dalla scelta che … non riuscivo a scegliere! Avendo tutto a disposizione vagavo senza meta e mi ritrovavo spesso nella totale indecisione. Ho mangiato selvaggina buonissima, quasi introvabile qui da noi. E poi ho sviluppato una addiction per le Schotch eggs: uova avvolte nella salsiccia e fritte, alla scozzese. Una goduria di street food, un disastro per la digestione!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *