Avete mai pensato a quanto possa essere duro vivere senza poter usare le gambe? Svolgere le attività quotidiane a cui siamo abituati in una città grande come Milano? Ce lo racconta Simone Gambirasio, ex collaboratore di Varese News che vive una vita “a due ruote”, appassionato di PK, il fumetto della Disney, in cui si riconosce:
Sì tutto nasce da Pk della Disney, fumetto straordinario che collezionavo. Mi rivedo in Pikappa (ovvero l’alter ego di Paperino) perché si ritrova ad esser eroe suo malgrado. Paperino è impacciato e pigro, ma la vita l’ha costretto a diventare un eroe, lo fa bene nonostante non ami farlo. Ma non finisce qui: con la sigla PK si indicano anche i parkour, ovvero quegli artisti di strada che corrono saltando da un edificio all’altro, saltando gli ostacoli. E in fondo è quello che faccio io nella vita, quando supero le barriere 😉
1. Descrivi in poche righe chi sei
Sono Simone, e attualmente faccio il merchandising manager per Voyage Privé a Milano. Sono di Cairate e la mia carriera professionale è iniziata con VareseNews, dove ho imparato tutto. Poi sono passato a Yahoo e nel frattempo ho scritto 18 manuali su tecnologie Apple per Hoepli. Su Internet sono conosciuto come @pikappa e nel tempo libero amo viaggiare, ascoltare musica e visitare mostre. Sono su una sedia a rotelle.
2. Come è stata la tua esperienza con l’account di VareseNews?
In genere non parlo mai della mia disabilità, ma ho voluto approfittare dell’account di VareseNews per raccontare qualcosa di interessante: la vita di un pendolare su sedia a rotelle, tra limite e barriere, ma anche divertimenti, delle mie avventure milanesi.
3. Cosa pensi di Instagram come mezzo di comunicazione?
Adoro Instagram: non sono bravo con le foto, ma ho deciso di usarlo per raccontare le cose che mi piacciono. Mostre, libri, piatti, paesaggi, la vita raccontata per immagini è qualcosa che mi affascina e grazie a Instagram e ai suoi filtri è davvero alla portata di tutti. Ovviamente non possiamo dire tutto con Instagram, ma lo trovo divertente e in alcuni casi forse più sincero degli altri social.
4. Cosa ti piace raccontare?
Un buon instagrammer dovrebbe parlare di una cosa sola, dicono i manuali. Io sono un pessimo instagrammer; amo parlare di tutto perché io sono fatto così, sono eclettico e a tutto tondo. Disabilità, tecnologia, musica pop, arte, cinema. Mi piace raccontare tutto. È per questo che ho iniziato come giornalista per VareseNews, è per questo che sono blogger, ed è anche per questo che oggi amo parlare di viaggi fantastici su Voyage Privé.
5. Cosa significa gestire un account Instagram per una testata giornalistica e cosa pensi del progetto Convaresenews?
Come dicevo, sono un cattivo instagrammer. Ma quando l’ho fatto per VareseNews ho voluto farlo per bene, concentrandomi su un tema specifico. È stato sorprendentemente stimolante e mai avrei creduto di poter esprimere concetti così complessi con una semplice foto. Il progetto è interessante e, come sempre con VareseNews, decisamente originale e innovativo.
6. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Ha riacceso la mia passione per Instagram. E per Milano: città che, in fondo, mi rendo conto di amare.
7. Sei uno dei pochi che hanno partecipato al progetto Convaresenews inserendo anche video tra i post di instagram: perché questa scelta?
Perché mi piace giocare e perché trovo che i video possano rompere la monotonia delle foto. Sempre Instagram ci dà la possibilità di essere efficaci anche senza particolari talenti. Siamo poi nell’era delle storie, altra rivoluzione: sono divertenti tutti questi cambiamenti, rendono il social meno monotono e statico. Di certo, di questo passo, Instagram si sta muovendo in modo molto più brillante e giovane di Twitter.
8. Quanto lavorare per Yahoo ti ha aiutato in questo progetto?
A Yahoo ho imparato a gestire account “per altri”. Con i blogger di Tumblr, social di Yahoo, ho imparato un linguaggio grafico giovane e frizzante. Ho lavorato sui social di molti influencer. Si possono fare mille cose e l’esperienza di Yahoo sicuramente sarà sempre preziosa per me.
9. Quali sono le sfide e le difficoltà che devi affrontare ogni giorno, oltre al problema dei mezzi? Qual è la situazione a Milano a livello di facilitazioni per le carrozzelle, ecc?
Milano è la città più accessibile d’Italia, sono fortunato, ma rimane tra le meno accessibili d’Europa. Servizi che sono sulla carta, nella realtà non funzionano per scarsa attenzione o scarso senso di realtà. Ma la soluzione è continuare a usarli, a insistere, a protestare: non diventare invisibili e risolvere le cose, insieme.
Siamo un popolo che invecchia, quello che fanno i disabili oggi servirà anche agli anziani di domani.