Moda, arte e design danno spazio alla creatività con Marta Achini

De la serie “varesini a Milano”, ecco Marta Achini, stylist freelance che ci ha portati nei dietro le quinte della settimana del Salone Internazionale del Mobile e non solo, per raccontarci “attraverso le immagini come moda, design e arte si contaminano dando libero spazio alla creatività!”.

1.  Descrivi in poche righe chi sei

Sono Marta e ho 25 anni.
Nata e cresciuta a Varese, mi sono trasferita Milano per gli studi e adesso per lavoro.
Ho studiato Fashion design: styling e comunicazione alla NABA di Milano e ho la fortuna di fare un lavoro bellissimo per il quale ho studiato e che amo moltissimo!
Sono una stylist freelance e questo mi permette di lavorare con tantissime persone e realtà diverse del mondo della moda.
Nell’ultimo anno sto collaborando con la web influencer Candela Novembre e in soli 12 mesi abbiamo preso 42 voli aerei!
Trovare un lavoro che mi permettesse di viaggiare era il mio più grande sogno e ora sono a buon punto per completare il giro del mondo!

2.  Come è stata la tua esperienza con l’account di VareseNews?

Gestire l’account Instagram di VareseNews per una settimana è stata un’esperienza divertente e molto interessante.
Alla richiesta di gestire l’account instagram ho accettato subito molto volentieri, rappresentava una piccola sfida non me stessa.
Mettersi in gioco creando dei contenuti interessanti non solo per me ma per tutta una comunità di VareseNews, molto differente da quella che possa essere la mia cerchia di followers.
Seguendo il profilo di qualcun altro, in questo caso di una testata giornalistica, ci si ritrova a pensare diversamente rispetto alla gestione del proprio profilo personale; bisogna creare dei contenuti digital che non appartengono più del tutto al tuo immaginario privato ma che rispecchino il contesto e gusto di quel determinato profilo e delle persone che ne fruiscono.

3.  Cosa pensi di Instagram come mezzo di comunicazione?

I social network in generale sono diventati un importante mezzo di comunicazione per la loro immediatezza e la loro semplicità.
Hanno abbattuto tanti confini diventando uno strumento democratico alla portata di tutti.
Sento spesso parlare di Twitter nei discorsi politici, di hashtag al telegiornale e di like nei giornali di gossip, il linguaggio globale sta cambiando e noi con esso.

Instagram sta diventando un tassello fondamentale nella nostra società (giusto o sbagliato che sia).
Ogni giorno siamo sottoposti ad un overload di informazioni, un vero e proprio bombardamento di immagini che creano dipendenza e il bisogno di essere continuamente stimolati da nuovi contenuti.

Parlerei di una vera e propria cultura visuale che viene vissuta come esperienza collettiva.

Lavorando nel mondo della moda Instagram è diventato un elemento imprescindibile per la comunicazione dei brand e dei singoli personaggi che navigano intorno a questo sistema.

Non a caso stanno nascendo tantissime figure professionali basate su Instagram proprio perché aziende, giornali, radio ecc. hanno bisogno ormai di una piattaforma mediatica dove condividere pensieri e immagini.
Il popolo di Instagram è sempre più “schizzinoso”, negli ultimi anni la necessità di creare nuovi contenuti è altissima.

4.  Cosa ti piace raccontare?

Sicuramente tra tutti i social network Instagram è il mio preferito.
Il mio profilo è un mix di immagini personali e contenuti lavorativi che seguono una mia precisa idea ed estetica.
Mi diverte il processo mentale che sta dietro la scelta della foto che sto per postare perché il tutto deve essere in armonia con le immagini precedenti.
Da bambina ho sempre tenuto album fotografici pieni di fotografie dove mi piaceva creare dei collage appiccicando ritagli di giornale e adesivi seguendo degli schemi logici assolutamente personali.
Il mio profilo lo costruisco così, con dedizione e ricerca.

5.  Cosa significa gestire un account Instagram per una testata giornalistica e cosa pensi del progetto Convaresenews?

Gestire l’account di VareseNews ha significato per me un “mettersi alla prova” perché la prima domanda che mi sono posta è stata: “Riuscirò a trovare delle immagini che mi appartengono ma che allo stesso tempo siano comprese e apprezzate ad un pubblico più ampio e diversificato?” , credo che nel mio piccolo sia riuscita nell’intento!

Le immagini sono, per me, il più potente mezzo di comunicazione che abbiamo in questo secolo e forse si arriverà ad un momento in cui la parola non servirà più e basteranno le immagini a mettere in contatto le persone.
(Ma qui abbiamo bisogno di un antropologo per spiegare meglio il concetto!)

6.  Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Questa esperienza mi ha lasciato un bellissimo ricordo!
Un ricordo di persone, perché dietro ad ogni schermo c’è qualcuno che ha apprezzato le mie fotografie e che ha lasciato anche loro insieme a me un contributo.
Dopo la mia esperienza seguo molto di più il profilo di VareseNews e mi sono innamorata di tante immagini che hanno postato prima e dopo di me.

7.  “Vi racconterò come moda, design e arte si contaminano dando libero spazio alla creatività!”: con questo proposito ti sei presentata su Instagram. Riusciresti a spiegarlo brevemente anche a parole, oltre che con le immagini?

La cultura visuale ingloba diverse discipline, dall’arte, al cinema, alla moda, alla fotografia fino ad arrivare alla sociologia e alla semiotica.
Un’immagine può parlare in modo autonomo e autoreferenziale senza ulteriori spiegazioni.
La moda è contaminata dagli elementi culturali che la circondano e viceversa, la creatività non ha limiti né confini.
Tutto parla di tutto bisogna solo saper decodificare.

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