Il giorno dei Giusti

Aleksandr Solženicyn denunciò l'orrore dei gulag in Unione Sovietica

Aleksandr Solženicyn denunciò l'orrore dei gulag in Unione Sovietica


Una giornata per ricordare i Giusti di tutto il mondo. Si terrà oggi la celebrazione annuale che a Milano (come nel resto del mondo) sarà dedicata a cinque testimoni inascoltati: Romeo Dallaire, Armin T. Wegner, Jan Karski, Sophie Scholl e Alexandr Solženicyn.

Dallaire ha denunciato il genocidio in Rwanda. Wegner ha documentato quello armeno. Karski e la Scholl hanno lottato contro la Shoah. Solženicyn ha svelato al mondo l’orrore dei gulag. Nessuno di loro è riuscito a farsi sentire in tempo, prima che avvenisse la tragedia.

Le celebrazioni inizieranno alle 11 al Giardino dei Giusti di tutto il Mondo, nell’area verde del Monte Stella. Interverranno le più alte cariche del Comune di Milano, il presidente della Comunità Ebraica di Milano Roberto Jarach e il presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti Gabriele Nissim. Musiche al violoncello eseguite dal maestro Guido Parma.

Secondo appuntamento alle 17.30: al Teatro Franco Parenti incontro pubblico coi familiari dei Giusti onorati quest’anno. Saranno presenti Ignat Solženicyn, figlio di Aleksandr Solženicyn; Misha Wegner, figlio di Armin Wegner; Ewa Wierzyńska, supervisore del progetto “Jan Karski – Unfinished Mission” del Museo di Storia Polacca di Varsavia; Françoise Kankindi, presidente di Bene-Rwanda Onlus, e Franz Müller, unico sopravvissuto della Weisse Rose di Sophie Scholl.

“Come ha ricordato il presidente Napolitano – dice Gabriele Nissim – furono i Giusti a salvare l’onore dell’Europa. È importante ricordare questi uomini proprio nel momento in cui la comunità internazionale è impegnata per impedire la prosecuzione dei massacri in Libia, e affinché in questo Paese non si ripeta la condizione di impotenza nella quale siamo rimasti rispetto al Darfur e al Rwanda”.

Niente ironie, niente battute per un fatto finalmente dignitoso per questa città: sarebbe bello, tuttavia, non vedere a queste celebrazioni alcun riciclato di tangentopoli o politico inquisito o dalla dubbia moralità. Ma, capisco, che è chiedere troppo.

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