Perché un Blog

L’obiettivo del BLOG è proporre un punto di vista diverso sul tema della tratta e dello sfruttamento di esseri umani. Parliamo infatti di un fenomeno sociale di notevole rilevanza ma, caratterizzato da ambiguità, disinformazione e invisibilità. Occorre lavorare su stereotipi e pregiudizi che pesano sulle vittime anche quando riescono ad uscire dalle situazioni di sfruttamento.

Non essere in grado di riconoscere i confini della tratta, fa sì che si utilizzino come sinonimi termini che invece indicano fenomeni diversi (alimentando così stereotipi, false credenze, perdita di efficacia negli interventi di contrasto).

Si tenga dunque presente che:

la tratta non è prostituzione, ma sfruttamento sessuale (laddove il corpo di una persona è utilizzato contro la sua volontà); la tratta non è lavoro irregolare, ma sfruttamento del lavoro (laddove la persona si trova in condizioni di servitù, privata dei documenti e mantenuta in un continuo stato di vulnerabilità e di ricatto); la tratta non è accattonaggio, ma sfruttamento di persone (laddove la persona é portata in altro paese, dove sarà costretta a chiede l’elemosina o a compiere reati come furto,contrabbando,spaccio).

Nel BLOG faremo informazione su questo tema da un punto di vista legislativo, presenteremo i progetti, costruiremo momenti di dibattito e riflessione, parleremo dei diritti negati, proporremo seminari di informazione e sensibilizzazione sul tema che stimolino i partecipanti a diventare attori di cambiamento, presenteremo libri.

Racconteremo le storie delle persone e rifletteremo sulle ragioni, dure, del partire, sulla decisione, sofferta, di attraversare deserti e mari, sul significato di parole come “terra” o “patria” e sul senso di sradicamento e di smarrimento che lo spostarsi porta sempre con sé. A qualsiasi latitudine.

Sperando di provocare un mutamento culturale nelle attitudini e nelle mentalità collettive e di favorire l’accoglienza e l’inclusione sociale delle persone vittime.

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2 risposte a Perché un Blog

  1. marco bascialla scrive:

    Un libro da leggere assolutamente” Nel mare ci sono i coccodrilli” E’ la vera storia di Enaiatollah Akbari ,un bambino afghano che, a circa 10 anni viene abbandonato in Pakistan dalle madre per evitare diventi schiavo dei talebani. Dopo un periodo in Pakistan dove riesce a sopravvivere con piccoli lavoretti,il libro racconta del suo arrivo in Italia attraverso l’Iran,Turchia e Grecia con la descrizione delle sofferenze passate non senza una vena satirica che rende la lettura più leggera, se si può dire. Racconti di vita vera che dovrebbero farci riflettere prima di emettere giudizi e leggi nei confronti degli extracomunitari. Questo testo è stato scelto come libro dell’anno 2010 dal programma Fahrenheit di Rai Radio Tre

  2. bravi, cercheremo di collaborare anche tramite blog

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