Assassin’s Creed Brotherhood, è il terzo capitolo della saga: partito molto in sordina con il primo, dalle grandi potenzialità ma dalla ripetitività che lo rendeva noioso e scontato.
Nella seconda uscita tutti i difetti furono sistemati e la storia, prima ambientata in terra santa, veniva spostata fra le dolci lande di Firenze e la umida Venezia. Persa la Mela d’oro, in Brotherhood dovremo reimpadronircene attraverso i soliti sistemi “bruti” che abbiamo avuto modo di apprezzare. Dal secondo al terzo capitolo le differenze non sono enormi.
Partiamo dalla location: destinazione Roma.
Una roma da vivere ma soprattutto da ricostruire per via dell’egemonia dei Borgia che vi obbligheranno a intraprendere storie secondarie per liberare molte zone dal loro potere e rendere così i negozi ricostruibili.
Il sarto, il medico, la banca, il mercante d’arte, le scuderie e il fabbro. Più negozi aprirete più la città riprenderà a vivere. Voi intascherete i soldi degli introiti che ogni venti minuti vengono versati in banca, assieme ai guadagni ricavanti dalla ristrutturazione delle stupende opere di roma, fedelmente digitalizzate dagli sviluppatori di Ubisoft. Attraverso questi negozi liberati sarà quindi possibile anche acquistare e riparare armi e armature, opere d’arte, pozioni mediche e mappe dei tesori ma, come nel precedente capitolo, sarà anche il buon Leonardo da Vinci ad aiutarvi fornendovi armi particolari provenienti dal suo laboratorio.
La notorietà per un’assassino è una qualcosa da tenere conto, quindi se effettuerete troppi assassini in pubblico, bisognerà mobilitarsi per perdere fama uccidendo consiglieri, corrompendo i banditori o strappando le locandine che vi ritraggono sparse per la città.
Le tre fazioni principali che scorrazzano per le vie di Roma, Ladri, Cortigiane e Mercenari, vi verranno in aiuto qualunque volta ne abbiate necessità: sarà possibile infatti assoldare un gruppo per attaccare o distrarre le guardie che vi danno fastidio. Alcuni edifici sono acquistabili per aumentare la presenza di questi gruppi e facilitarvi quindi il compito da assassino.
Ben realizzato il ciclo del giorno e della notte e le nuvole che si muovono sopra la vostra testa dipingeranno singolari ombre a terra.
La vita di Roma è ben realizzata con cittadini intenti nelle proprie faccende. Meno affascinante è l’audio ambientale nelle vie della capitale che risulterà fin da subito noiosa e ripetitiva, ma comunque ben fatta. Dialoghi ottimamente realizzati totalmente in italiano appianano i piccoli problemi visivi di pop-up, come guardie che appaiono all’improvviso o cittadini che spariscono magicamente davanti ai vostri occhi.
Il sistema di combattimento è rimasto pressocchè invariato, Ezio Auditore (il vostro personaggio all’interno dell’Animus) ha a disposizione molti movimenti e molte combo da realizzare con una miriade di armi, rubabili alle guardie con una pressione di tasti, sbloccabili dal frabbo.
Molto interessante è l’introduzione degli assassini liberamente utilizzabili e richiamabili a piacimento per fargli fare il vostro lavoro sporco. Assoldarli per tutta roma è molto facile e chiamarli durante le partite migliorerà i loro punti esperienza, così come il mandarli in missioni sparse in tutta europa ma, durante la loro esecuzione, non saranno utilizzabili. Se si hanno 5 assassini a disposizione nelle “file” è possibile utilizzare la pioggia di frecce che eliminerà tutte le guardie a schermo.
Cali di frame non se ne percepiscono e il gioco rimane sempre molto fluido, anche con diverse unità a schermo e la folla che grida e scappa.
Graficamente eccelso, con ampie viste della città anche attraverso gli alti punti di sincronizzazione, è un titolo da avere anche se non avete giocato ai precedenti capitoli: all’inizio del gioco viene fatto un riassunto essenziale per permettervi di godere appieno la storia.
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