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Gli errori dei WebMaster una Case History

Torno a “parlarti” dei WebMaster e degli errori che molti di loro, spesso in buona fede, fanno pregiudicando i risultati sui motori di ricerca dei siti dei loro clienti.

Oggi ho una case history personale da sottoporti, un episodio accaduto pochi giorni fa e che probabilmente presto verrà risolto.

Da poco tempo mi sto occupando del progetto Citizenmania; il corporate blog Citizen Watch Italy S.p.A, la società che distribuisce in Italia i famosi orologi radiocontrollati.

La blog policy dell’azienda è di non intervenire direttamente nelle discussioni che si animeranno sul blog aziendale; tuttavia è palese e giusto, aggiungo io, che vogliano citare il progetto, attraverso un semplice link dal loro sito istituzionale.

D’accordo con il responsabile Marketing decidiamo di farlo, gli spiego le caratteristiche del tag HTML necessario che avrebbe dovuto a sua volta comunicare al Webmaster del sito, fra l’altro un tecnico davvero molto in gamba; è sua la grafica del corporate blog..

Non avrebbe dovuto fare niente di trascendentale, un semplice link testuale con l’accortezza di aggiungere nella sintassi del tag l’attributo rel=”me” utile in particolari occasioni di attività di Brand Reputation.

Grazie a questo banalissimo attributo, Google, nelle query che contengono il brand Citizen aggregherebbe implicitamente Citizenmania al sito istituzionale del Marchio, facendolo probabilmente comparire nelle SERP immediatamente sotto il sito istituzionale, ogni volta che un navigatore ricercherà Citizen sul motorone californiano.

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Google è di sinistra

Non farti ingannare dal titolo di questo post, lungi da me l’idea di cominciare a parlare di politica; asserisco che Google è di sinistra, perchè ancora una volta ho avuto una prova tangibile che il motorone californiano considera estremamente importante per il posizionamento; la parte di testo di apertura di un paragrafo e dunque più a sinistra per chi legge.

La conferma mi è arrivata dai Tweets di Twitter, che i nostri lettori più geek, conosceranno bene.

Google, oramai da qualche tempo, ha cominciato ad indicizzare i contenuti del più noto servizio di microblogging che c’è in circolazione, pertanto da “buon” SEO, sto testando e verificando i migliori sistemi per posizionare su Google i miei tweets.

La pagina di ogni singolo tweet non è affatto ottimizzata l’unica è il title che ha una struttura di questo tipo: Twitter / nome utente: prime chiavi del tweet.

Evince che:

a) Devi far iniziare il Tweet con le parole chiave che ti interessano ( a sinistra );
b) Siccome Google dà molta importanza alle chiavi che si trovano in vicinanza dell’apertura del title ( a sinistra ), automaticamente il tweet risulterà ottimizzato e probabilmente si posizionerà ragionevolmente nelle prime pagine del motore di ricerca.

Per i lettori meno esperti, ricordo che Twitter è un Social Network, in grado, come il più famoso Facebook, di aiutarti a lanciare un progetto e ottenere ottimi risultati in termini di traffico e conversioni.

Per maggiori informazioni leggi questa pagina su WIKIPEDIA.

Fabio Dell’Orto
Internet marketer Angel

Gli errori più banali dei webmaster

Approfitto di questa giornata di pioggia per scrivere un nuovo breve post; questa volta intendo spiegarti quali sono gli errori più banali, che i webmaster sono soliti fare e che a volte pregiudicano la corretta indicizzazione del sito dei loro clienti e di conseguenza il posizionamento sui motori di ricerca.

Per posizionarsi su Google, cito solamente il motorone californiano perchè in Italia è arrivato fino al 91% d’uso da parte dei navigatori, e’ necessario prendersi cura di un miriade di piccoli problemi uno alla volta, con pazienza.

E’ ovvio che un webmaster non può conoscerli tutti perchè il suo lavoro nello sviluppo di un sito è un’altro, tuttavia ci sono alcuni fattori macroscopici che dovrebbe conoscere; vediamo insieme quali sono.

Questi suggerimenti possono essere utilizzati anche dai loro clienti, per verificare e capire se il sito che gli è stato fatto, potrà avere qualche speranza di posizionarsi.

In ogni sito dovrebbe esserci un file robots.txt per applicare restrizioni di analisi sulle pagine di un sito internet. Per gli amici Webmaster interessati ad approndire l’argomento suggerisco questo articolo di Enrico Altavilla. Ai più pigri basterà sapere che il “robots.txt” contiene, in un particolare formato, delle istruzioni che possono impedire a tutti o alcuni spider il prelievo di alcune o tutte le pagine del sito, per esempio i dati e le informazioni dei clienti registrati.

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Teniche di Direct Marketing

La mia passione per il Web marketing mi ha fatto diventare “affamato” di novità, ogni giorno dedico almeno 2 ore della mia giornata per aggiornarmi su eventi formativi, convegni, corsi, test, nuovi algoritmi SEO, ecc ecc …

“Sazio la mia fame d’informazioni” usando prevalentemente quattro sistemi; i google alert, ho un feed reader che ormai è diventato lungo come un’autostrada, leggo i migliori forum, sono iscritto ad un numero imprecisato di newsletter tematiche.

Attraverso una delle newsletter, ieri, ho notato una tecnica di direct marketing che mi piace tantissimo; vediamo insieme come funziona.

Ho ricevuto nella mia casella di posta una newsletter di una nota associazione italiana di direttori commerciali e marketing manager che mi annunciava un corso per imparare nuove tecniche per ottimizzare il target on line di una promozione/campagna commerciale.

Gli strumenti e le tecniche di reale supporto al direct marketing, sono per me, insieme con la SEO, come lo zucchero per le vespe, mi sono fiondato immediatamente sulla landing page per conoscere gli obiettivi, i temi e il docente del corso.

Dopo un’attenta lettura della pagina, chiudo il browser e riprendo il mio lavoro; erano trascorsi solo pochi minuti, quando il notifer del mio account di posta elettronica mi avvisa che dal sito, visitato poco prima mi era stata inviata un’appendice della newsletter che annunciava il corso di cui sopra.

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Google non rispetta la privacy

Si, è vero, Google è un gran maleducato e non rispetta la privacy, sembrerebbe infatti che il motorone californiano indicizza tutto quello che trova, anche quando nella root del server c’è il file robots.txt con impostati gli attributi che gli indicherebbero di non farlo.

Per far chiarezza su questo spinoso argomento è intervenuto di recente Matt Cutts, che è uno dei più autorevoli esponenti tecnici dell’Azienda americana.

Matt ha spiegato che se un sito è estremamente autorevole, ti ricordo che per Google l’indice di autorevolezza di un sito è dato dal numero di link che riceve, si troverà molto probabilmente ai primi posti dei risultati del motore di ricerca anche se nel nel file robots.txt è stata inibita la spiderizzazione.

Quello che apparare nei risultati in questo caso si chiama “uncrawled url” e solitamente corrisponde all’indirizzo URL del documento.

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