Web Marketing e dintorni

La Google Sitemap

La Google Sitemap è un file realizzato per “dire” a Google quali sono le URL delle pagine presenti in un sito e consentire al motore una scansione intelligente e risultati di ricerca più aggiornati.

Anche se nella sua definizione “Google Sitemap” c’è il nome del motorone californiano che ne fu l’inventore nel 2005, questo formato è ormai diventato uno standard e viene utilizzato da tutti i principali motori di ricerca.

Creare una Google Sitemap non è affatto difficile, su Internet ci sono tantissimi tools in grado di creare automaticamente questo file, in questo sito ne troverai uno dei più affidabili.

Google mette a disposizione degli utenti uno script per realizzare gratuitamente una mappa del sito conforme allo standard Sitemap, in questa pagina tutte le informazioni necessarie.
In verità per utilizzarlo servono alcune competenze tecniche e il linguaggio python installato sul server, tuttavia per un progetto aziendale ritengo sia una delle migliori soluzioni possibili.

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Fattori per il posizionamento su Google – la frequenza di aggiornamento di un sito ( N° 10 )

Con questo post si conclude la nostra Top Ten con i 10 fattori più importanti per il posizionamento su Google.
Al decimo post ho inserito la frequenza di aggiornamento; aggiornare con regolarità il tuo blog o sito è infatti estremamente importante perchè in questo modo gli spider di tutti i motori di ricerca lo visiteranno con regolarità e quando avrai la necessità di comunicare e posizionare velocemente delle novità oppure delle notizie ( documenti per Google ), probabilmente non dovrai aspettare troppo tempo.

Arrivare in testa alla serp di Google prima dei tuoi competitor è estremamente importante, perchè aldilà della soddisfazione personale, il motorone californiano da grossi vantaggi a chi ha scritto e pubblicato per primo una notizia; se il tuo sito soddisfa alcune delle caratteristiche che ho scritto in questa “classifica”, ogni volta che comunicherai tempestivamente una novità è molto probabile che essa arriverà ai primi posti del motore di ricerca.

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Fattori per il posizionamento su Google – il comportamento degli utenti sul sito ( N° 9)

Qualche anno fa quando si diceva che Google utilizzava i dati raccolti attraverso Google Analytics e la sua Toolbar ( giusto per fare due esempi ) come ulteriore fattore discriminante per il posizionamento, c’erano molti dubbi sull’effettiva veridicità di queste considerazioni.

Oggi tutti i maggiori esperti di SEO, concordano sul fatto che queste considerazioni siano un dato di fatto.
Il numero di visitatori, il tempo di permanenza sul sito, il crescente numero di nuove entrate… sono tutti elementi che il motorone californiano utilizza regolarmente come fattori discriminanti.

In questi anni gli analisti di Google hanno capito che la link popularity è un fattore troppo facilmente influenzabile dai SEO specialist, mentre le informazioni ottenute dallo studio del comportamento degli utenti sul sito sono decisamente più genuine.
Incrociando queste informazioni tra tutti i siti di uno stesso settore, si possono inoltre ordinare ulteriormente i risultati da mostrare agli utenti, dando più visibilità ai siti che sono stati votati inconsapevolmente dagli stessi navigatori.

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Squeeze Page

Pochi giorni fa ti ho suggerito come realizzare una landing page rendendone efficace la comunicazione utilizzando il modello A.I.D.A che descrive le quattro situazioni o eventi che si verificano quando i navigatori provenienti da un annuncio Adwords arrivano sulla pagina di destinazione da una campagna.

In una strategia di Online Marketing tuttavia c’è un’altra tipologia di pagina di destinazione denominata squeeze page,che viene utilizzata quando l’obiettivo diventa fare list building anzichè la vendita diretta.

Pochissimi webmarketer italiani utilizzano questa variante delle landing page resa famosa da Jonathan Mizel.

Quando un utente arriva su una squueze page egli non può fare altro che lasciare il suo indirizzo email in un form,per farglielo fare va benissimo il modello A.I.D.A,pianificando i quattro pilastri in funzione del fatto che il navigatore come azione finale non dovrà acquistare nulla ma lasciare spontaneamente il suo preziosissimo account di posta elettronica.

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A.I.D.A le regole di Web Marketing per le tue landing page

i 4 pilastro del WM

La pagina di destinazione di una campagna Adwords oppure quella linkata da un banner tecnicamente si chiama landing page,essa ha un ruolo importantissimo nel processo di conversione dell’utente a cliente.

Quando un utente arriverà sulla tua pagina è tutto virtuale non c’è contatto fisico come succederebbe in un negozio,e a questo punto la domanda sorge spontanea:come fare per catturare la sua attenzione e spingerlo a svolgere l’azione desiderata ?

Ci sono 4 regole che noi addetti ai lavori identifichiamo con l’acronimo A.I.D.A; proprio come l’opera di Giuseppe Verdi che naturalmente non centra nulla.

Le quattro lettere che formano l’acronimo A.I.D.A infatti hanno il seguente significato:

A come attenzione; hai poco più di 5 secondi per catturare quella dell’utente e convincerlo a leggere la tua pagina.
Dovrai farlo utilizzando un titolo ( headline per gli utenti più esperti ) persuasivo che può anche essere preceduto da una pre-headline e seguito da una post-headline.
E’ palese che i contenuti dovranno essere inerenti alla ricerca eseguita sul motore di ricerca oppure annunciati dal banner.

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