Soppresso

Guardi lo schermo, unico segno di civiltà delle tua stazione, e leggi una parola sola: soppresso. «Ah! E quello dopo?» Soppresso. «E quello dopo ancora?». Forse soppresso, forse no, tanto c’è tempo. E resti lì sul binario, fermo come il semaforo che all’uscita della stazione è acceso sul rosso. Nelle stazioni in centro, c’è abbastanza vita per tirare due o tre vadavialcù in faccia a qualcuno, ma sulla banchina dimenticata di un avamposto di periferia, hai solo l’aria fredda che ti sbatte in faccia a cui imprecare, quella sollevata dai treni “vip” che passano, vanno e lì non fermano mai.
Ci sono tanti modi per trascorrere una serata, si dice: poi, la routine quotidiana spinge quasi tutti o davanti a un televisore o davanti a un piatto di pasta, ma poi ci si riduce a fare entrambe le cose nello stesso momento. Fine della giornata.
Se invece sei pendolare, c’è il sorteggio della soppressione quotidiana da mettere in conto: negli slanci di devozione, infatti, ogni viaggiatore delle linee “hot” attorno a Milano inserisce d’abitudine nella litania anche “non darci oggi la soppressione quotidiana”.
Ma se il sorteggiato sei tu, allora la serata cambia; il tempo diventa metafisico, scorre, e non serve a nulla starsene a brontolare. Hai tempo per pensare, tanto. E magari dare una sbirciatina ai quotidiani stropicciati del mattino, visti e rivisti, ma sui quali c’è sempre qualcosa di non letto. «Bisognerebbe sempre avere qualcosa di sensazionale da leggere in treno», diceva Oscar Wilde: ma quando il treno non c’è, ti rimane ben poco in mano.
Nelle pagine di economia, distrattamente, t’imbatti in un nome: Innocenzo Cipolletta, presidente delle Ferrovie dello stato, illustre economista e cavaliere di Gran croce. E pensi alla tua gran croce, mentre t’immagini il signor Innocenzo seduto in un lounge restaurant di lusso, con in mano un calice di champagne, a parlare di economia e di alta velocità. E tu lì, fermo, senza velocità: ma con una gran voglia di pisciare, senza speranza di trovare una toilette aperta o un angolo buio. Cipolletta parla di alta velocità, davanti a un caminetto e a uomini in giacca Armani: lo dipingi così, circondato da manager che viaggiano solo in aereo; mentre tu, con il giubbotto sgualcito e l’ultimo chewing gum ormai consumato e stramasticato, hai la sola certezza che il signor Innocenzo non sta pensando a te.
No, meglio non soffrire e immaginare altro, mentre sfogli quel che resta di un quotidiano ormai vecchio per tutti, tranne che per te: e c’è l’oroscopo, là in fondo, ormai scaduto. Dai una sbirciatina al tuo segno, quello dei pesci, per vedere cosa aveva previsto per oggi: “In amore sarà la tua grande giornata, le stelle prevedono per te grandi e caldi momenti, soprattutto in serata”. E ti vedi circondato da quattro soubrette, sempre in quel lounge restaurant, ma con saletta riservata… Chissà quale trionfo di virilità ti sarebbe toccato, se il tuo treno non fosse stato soppresso. E, senza volerlo, mentre ormai trattieni a stento la pipì, ti vien soltanto un pensiero: chissà se Cipolletta è del segno dei pesci…