Il mio racconto “ristretto”: a voi la sfida

Tugnìn gettava le reti, quando Angera viveva di lago. Oggi parla ai cormorani: «È tutto vostro, che aspettate?» Dalla riva, pregusta il loro tuffo infallibile.

Amo il racconto breve, ma questo è un racconto “ristretto”: il mio primo racconto ristretto. Venticinque parole. C’è, però, chi si è divertito a restringere ancora di più: “Vendesi: scarpe da bambino. Mai usate.” Questo lo scrisse, forse per scommessa, un certo Ernest Hemingway.

Ci ho provato anch’io, ovviamente per gioco. E ora sfido voi, lettori: vi invito a un simpatico concorso, ideato da Massimo del Caffè la Cupola di Varese. Per chi vuole partecipare: tenete il racconto nei vostri pensieri, andate al Caffè la Cupola (in piazza San Giovanni, davanti alla chiesa della Brunella) e scrivetelo sulla scheda di partecipazione, rigorosamente a penna. Unica regola: il racconto deve avere un massimo di 25 parole. I migliori racconti verranno valutati, in forma del tutto anonima, da una giuria qualificata. Inoltre, verranno letti in una serata “ad hoc”, organizzata dall’associazione “La curiosità letteraria”. Al vincitore, spetterà in premio una preziosa penna stilografica (informatevi a questo indirizzo: caffelacupola@ngi.it)

Chi, invece, non è nella condizione di poter partecipare al concorso (soprattutto per ragioni geografiche), può scrivere il proprio racconto “ristretto” qui, nei commenti a questo post. Non vincerà un bel niente, ma potrà condividere un pizzico della propria creatività con i tanti amici della Tana del topo. Forza, accettate questa sfida!

(In questo blog, verranno pubblicati solo i racconti “ristretti” firmati dagli autori, che dovranno indicare anche la località di provenienza)

18 pensieri su “Il mio racconto “ristretto”: a voi la sfida

  1. Finora mi sono dedicato a romanzi in 10 parole (c’è anche un ebook), oppure in 140 battute, ma non so resistere alla tentazione delle 25 parole.

    Ore 7
    Una notte in treno. Una stanza da letto. Una lama nel buio. Un mattino di pioggia. Un cappuccino al bar. Una vita da killer.

    Un saluto cortese
    Silvano Calzini (Milano)

  2. ECCO, NON MI ERO ACCORTO CHE ERI QUI,TU COSì VICINO, NASCOSTO TRA LA POLVERE , TI ASPETTAVO PREZIOSO TI HO TROVATO SEMPLICE, AMORE!

    Paolo Carazzolo writer
    Varese

  3. Sapete che ho una penna prolissa…Frenatemi o inonderò intere pagine; non sono fatto per i racconti corti. Ok ora mi sono calmato, così può bastare.

    Andrea (Angera)

  4. “Sei bella, carnosa! Ma hai un cuore di pietra!”
    “Se mi vuoi, io son fatta così”
    Rispose la pesca al passero voglioso.

    Alberto Bertino (Catania)

  5. Un vecchio pazzo annega nell’alcool i suoi dispiaceri.I ricordi gli ossessionano la mente.Ormai è buio.Il bar sta per chiudere.

    Celeste Borrelli Roma

  6. a passeggio con il mio cane. Lui annusa io guardo.
    Insieme respiriamo l’essenza della vita che ci passa intorno.
    E sorridiamo e scodinzoliamo feliei

  7. Il solito trancio di pizza cattiva, questa volta avevano dimenticato anche il sale. Tornando alla scrivania prese una coca per digerire, accomodò i suoi 101 kg sulla sedia pensando che le mancavano solo altri 15 anni alla pensione. Allora sì che avrebbe avuto tempo per curarsi e per la palestra.

  8. Titolo: storie di crisi quotidiane

    Spiacente ma anche questo mese non abbiamo i soldi per pagarle la fattura. Forse il prossimo mese qualcosa enterà e il primo pagamento sarà il suo.

  9. Odore acre di ferro, fumo pungente.
    Il treno ti aspettava e io a chiedermi quando saresti tornato.
    Adesso quel treno lo prendo io.
    (Francesca – Milano)

  10. “Ho chiuso prudentemente gli occhi,ho visto, ho sentito, ho ascoltato.
    E’ la vita, mi sfiora sorniona invitandomi a giocare con lei.
    Sorrido e accetto”

    Elena Martire
    Gallarate (Va)

  11. Innamorati come nessuno al mondo. Si erano poi persi. Non si rassegna il battito.

  12. Una foglia d’edera superba disse ad una rosa: “Sei un bel bocciolo ma non duri”.
    E lei replicò: “Sono il fiore dell’eterno amore!”.

  13. Per Consuelo, ogni volta, la penna prolunga le vene, e il suo sangue diventa l’inchiostro che intinge nel foglio la vita.

  14. tu che sei della zona, ti consiglio di andare a scriverne un altro al caffé la Cupola, di Varese
    complimenti!

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