Le cozze. Un buon filo conduttore del viaggio. Certo, da evitare con cura quelle tossiche di Porto Marghera, ma in ogni caso questo mollusco campeggia e trionfa sulle tavole di tutte le località marine. Con la partenza fissata a Ventimiglia, come farsi scappare una chiacchierata con quello che è considerato, a furor di popolo, il “re delle cozze”.
Una passione per le feste popolari e la sinistra. Una vita da floricoltore e l’innata attrazione per il gustoso mitile. Ermanno Bergaglio ha 72 anni e vive a Latte, una frazione incastrata tra Ventimiglia e la Francia. Il suo regno e la sua popolarità hanno varcato da tempo il confine.
L’ho incontrato ed è scattata subito una forte empatia. “Negli ultimi venticinque anni sono cambiate tante cose. Queste terre vivevano con l’attività dei fiori, poi è arrivata la concorrenza e hanno chiuso in tanti. Per fortuna abbiamo la Francia vicina dove vanno a lavorare oltre duemila persone, altrimenti sarebbe ancora più dura”. Ermanno mi racconta dei luoghi dove va a cucinare le cozze e mi invita a seguirlo ad Airole, perché è un paese diverso dagli altri, a cominciare dal fatto che è uno dei pochi comuni della provincia di Imperia governato dal centro sinistra. Mi sono lasciato convincere e così dopo aver trascritto un paio di ricette, siamo andati a farci un giro.
Un paesino di circa 450 anime con 150 stranieri di diciotto nazionalità diverse. Il vecchio borgo ha iniziato a rianimarsi grazie a due artisti del Nord Europa. Si ritrovarono per caso a passeggiare tra le viuzze di Airole e decisero che quella sarebbe stata la loro nuova patria. Ne arrivarono altri e iniziarono a ristrutturare quello che oggi è un piccolo capolavoro in pietra.
Negli ultimi anni si sono accorti dei cambiamenti anche i media e così si sono scatenati tutti. “Ci hanno fatto una bella pubblicità – racconta Fausto Molinari, airolese di 34 anni – e così è arrivata tanta gente che vuole visitare il paese. Viviamo di turismo con quattro ristoranti, due bar, un bed and breakfast e un agriturismo. Qui si sta bene perché è un posto tranquillo, immerso nel verde”. Airole è famoso anche per una serie di iniziative dedicate alla Vespa. Raduni con centinaia di appassionati che richiamano nel borgo migliaia di persone.
Ermanno in paese è un mito. Lo conoscono tutti perché ogni sera che si fa festa è capace di cucinare fino a 3 quintali di cozze. Due specialità classiche: alla marinara e al pomodoro.
E la Liguria, appena pochi chilometri nell’entroterra, è anche questa.
Il viaggio era iniziato sotto il peggiore degli auspici. Ad accogliermi un cielo carico di nubi minacciose e non appena la vespa aveva iniziato a saggiare le strade di Ventimiglia, si è scatenato il diluvio. Giusto il tempo di mettersi al riparo dentro il museo preistorico dei Balzi Rossi, da dove Michele Serra aveva iniziato il suo viaggio.
Elefante antico, rinoceronte di Merck, cinghiale, iena, orso speleo, uro, leopardo. Sono solo alcuni degli animali che ci vivevano quasi un milione di anni fa e di cui sono stati ritrovati i resti. Poi, con il progredire della glaciazione wurmiana, quelli di ambiente caldo diventarono più rari.
Due locali ben illuminati e due grotte. Per visitarle abbiamo invocato una tregua dal cielo. È arrivata. I Balzi Rossi sono suggestivi: una roccia a strapiombo sul mare, dove le attività dell’uomo e della natura sono cambiate nei secoli e si sono intrecciate in continuazione. Ai segni delle diverse epoche geologiche ora si sommano quelle della modernità con la ferrovia che corre proprio sotto le due grotte.
Di bagnanti non c’è traccia, ma il mare si rivela lo stesso in tutta la sua bellezza.
La tregua si è trasformata in pace duratura, quanto basta per riprendere il viaggio. Una visita ai Giardini botanici di Hanbury, un vero gioiello. Uno dei segni della presenza inglese in Riviera, argomento della prossima tappa.
Il libro
Hanno seguito il viaggio
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