A Gaeta c’è una nava appartenuta a Hitler. Il perchè, ce lo racconta la proprietaria…
L’antefatto. Nella notte del 31 maggio del 1916 a Skagerrak, un braccio di mare tra la Danimarca e la Scandinavia, si combatté la più importante battaglia navale della prima guerra mondiale. Oltre ottomila morti. Uno smacco per la marina inglese che ne perse seimila contro quella tedesca.
Hitler decise di farsi costruire una nave per partecipare alla coppa America. Una due alberi con il nome di quella cruenta battaglia per veleggiare e conquistare l’ambita gara . Lui su quella barca non è mai salit . A guerra finita finì in mano inglese come bottino e rimase a Brema per diversi anni.
Georgette Ranucci è una narratrice incredibile e ti fa assaporare anche le atmosfere di questa storia. «Skagerrak arrivò nel Mediterraneo attraverso i canali della Francia e venne acquistata da un imprenditore italiano più per sfizio. Finché un giorno mio padre non la vide al porto di Anzio e fu subito innamoramento. E nel 1963 l’acquistò. Da allora la usiamo noi e c’è un pezzo di Hitler a Gaeta».
Il libro
Hanno seguito il viaggio
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La storia è suggestiva e, come si dice, carina. Che ci sia un ‘pezzo di Hitler a Gaeta’, non ne andrei così fiero, ma insomma………….Per par condicio dovresti ora trovare nel proseguo del tuo viaggio qualcosa che abbia a che fare che ne so, con l’ Armata Rossa o con il ‘terribile baffone georgiano’. Viceversa ti diranno che sei di parte. Un rischio che non puoi permetterti di correre.
Perchè disprezzare una barca così bella?? Mica l’ha fatta Hitler con le sue mani?
E poi è stata di proprietà dell’Ammiraglio in capo della flotta tedesca. Doveva fare la Coppa America del 1939 e non la guerra. Hitler non ci è nemmeno mai salito!!
Io ci sono stato al timone per pochi minuti per merito della proprietaria!
Due alberi invece che tre originali, ma era pur sempre bella questo barca, prodotto di una grande marineria. Ricordi.
GBdL
Grazie per il commento, ma nessuno disprezza una barca così bella, anzi… La storia è carina e meritava di esser raccontata. Lo aveva già fatto Chiara Valerio nel suo bel libro “Spiaggia libera tutti”.
ciao Georgette,detta Piuppi ,per i vecchi amici.
E un saluto anche alla tua sempre splendida barca, ricca di tanti ricordi.
Un abbraccio da Pucci de Goyzueta e da Napoli.