Tre notti, due tappe e 400 km tondi. Questo il bilancio in aridi numeri del tratto di strada campano. Entrato a Baia Domizia e uscito dopo Sapri. Ci sono tre diverse Campanie. La prima da farmi trattenere il fiato. Da star male anche fisicamente avvolto dalla puzza, dallo schifo, dalla sensazione di non essere nel mio Paese. È tutto il tratto che va dalle porte di Napoli a Vico Equense. Chilometri di terra della camorra. Tutto intorno al Vesuvio, Napoli compresa, avverti un senso di abbandono, di disperazione, di rassegnazione. Una brutta sensazione e queste sono reazioni epidermiche, troppo affrettate, ma è quello che ho provato. Un disagio che non conoscevo in forme così forti.
Poi c’è un’altra Campania. Quella che ho trovato a Vico Equense e da lì fino ad Acciaroli nel Cilento. Bella, ma davvero bella. Non solo nella dimensione naturalistica e storica, ma anche in quella culturale. È una Campania che sta cambiando. Che attinge le radici nelle sue tradizioni, ma che è aperta alle novità. Una perla Ravello, ma come giustamente qualcun mi ha fatto notare c’è molto altro.
E poi c’è Acciaroli con il suo sindaco pescatore. Qui siamo in un’altra categoria. Qui c’è il coraggio, la visione, l’amore, la passione. Il mare di questo tratto di costa non è sconvolgente, non lascia a bocca aperta come nel sorrentino o nella costiera amalfitana o ancora nella discesa verso Maratea. Proprio questo rende Acciaroli ancora più bella nella sua semplicità.
Occorrerebbe studiarla di più questa esperienza perché ne trarremmo insegnamenti tutti. A partire dalla politica. Coraggioso Vassallo quando dice «noi siamo leghisti». Lui è un mago delle provocazioni e sa far parlare di sé, ma non è solo questo. Pone questioni reali e lo fa con intelligenza e preparazione. Lui era ed è davvero un pescatore e stando una giornata con lui lo si capisce da tanti piccoli particolari. Sta tra la gente e guarda ai veri problemi. La sua Acciaroli e le Cinque terre hanno molto in comune. Ne riparlerò.
Il libro
Hanno seguito il viaggio
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Grande Marco,
la fortuna aiuta gli audaci. In questo caso la meterologia ne è la prova, la vespa è bellissima ma ……………………;
Le tue parole sulla campania, sul senso di abbanono e di disperazione, sono le stesse che un’amica straniera in viaggio da quelle parti mi ha riportato. Mi sento Italianissimo e tutte le volte ci rimango davvero male e mi rattrista. Chissà la ragione di tutto questo. Il denaro, il potere o ancora gli spaghetti o la penichella. Mah e’ davvero difficile spiegare se a questo si contrappone per di piu’ uno dei paesaggi piu’ afascinati al mondo che fa da cornice a tutto questo.
Buon Viaggio Giovanni