Una volta a Maratea non si può non andare a vedere il Cristo redentore. Incappo subito nella classica scenetta all’italiana.
«Si tutti ierunu ngoppa, tu a chistora ancora erisi indì giruni». Mauro è addetto al parcheggio da dove si può salire al Cristo redentore. Dopo un po’ che discute con un tizio che non vuole pagare, perde la pazienza.
«Perché non potrei salire con la macchina? E dove sta scritto che è vietato? Se non mettete i cartelli io vado dove mi pare». Il tipo scende minaccioso dalla sua auto. Dentro sono rimasti due ragazzini che strillano e la madre che prova a farli star zitti.
Mauro gli indica il divieto di accesso e gli spiega che “se tutti salissero su, a quest’ora lui sarebbe in coda sui tornanti”, perciò conviene anche a lui parcheggiare lì e proseguire con il bus navetta.
Il tipo non me vuole sapere di tirar fuori quattro euro, gira e se ne va.
«Nei mesi di luglio e agosto, – mi racconta Mauro – quando l’accesso alle macchine è chiuso, noi gestiamo il parcheggio e i trasferimenti fino alla chiesa. Ci sono giorni che salgono anche quattromila persone».
Il Cristo redentore, oltre alle ragioni di fede, è diventato uno degli elementi forti di attrattiva turistica per Maratea. I servizi sono affidati a una cooperativa di giovani che d’estate svolgono questo lavoro e di inverno gestiscono gli scuolabus.
La statua è imponente. Alta ventidue metri, con una apertura delle braccia di diciannove, spicca in alto sulla montagna del rione San Biagio, e la si vede anche dal mare. Di notte è illuminata e si può salire fino a mezzanotte.
Il Cristo redentore per grandezza è secondo solo a quello di Rio de Janeiro in Brasile. Per arrivare in cima hanno costruito delle rampe di accesso sospese nel vuoto. Una volta lassù, la vista non ha uguali, e si capisce come Maratea sia terra di mare e di montagna.
Il libro
Hanno seguito il viaggio
Sponsor
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http://www.youtube.com/watch?v=AesmD7_oym8
Maratea d’amare
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Devo rettificare e, senza alcuna aria di rimprovero, mi meraviglio che Marco Giovanelli non sia al corrente che è la statua del San Carlone di Arona ad essere la seconda in ordine di grandezza dopo quella della Libertà: oltre 23m la sola statua, oltre circa 35 col piedistallo. Mi sembra giusto segnalarlo con “orgoglio” di abitante delle coste del nostro splendido, anche se inquinato,Verbano.
Cordiali saluti.
Angelo Eberli
Verissimo, ma il san carlone non è il Cristo…