Il profumo del mare arriva forte nel piccolo cimitero di San Nicolò vicino a Ricadi. Giuseppe Berto è sepolto lì, con una tomba semplicissima, sotto un cipresso. Per copertura solo gerani e piante e l’edera fa da ornamento sul muro. Una lapide di legno con inciso solo il suo nome e le date di nascita e morte. Ha scelto di restare per sempre lì, dopo aver vissuto gli ultimi anni della sua vita a Capo Vaticano. Lo scrittore aveva acquistato un terreno e ci aveva costruito una villa che divenne il suo rifugio. Ne racconta in diversi passaggi del Male oscuro. “L’isola degli aranci sta dall’altra parte celeste e gialla e un poco verde nella sua breve lontananza, e in mezzo c’è un piccolo tratto di mare proprio piccolo ma non ho il coraggio di passarlo, padre non ho coraggio, e del resto non tutti coloro che volevano la terra promessa poterono giungervi, non tutti furono degni della sua stabile perfezione, e così verso sera cerco un posto da dove si possa guardare la Sicilia, di notte l’altra costa è una lunghissima distesa di lampadine con segnali rossi e bianchi (…) ecco qui mi costruirò con le mie mani un rifugio di pietre e penso che in conclusione questo potrebbe andar bene come luogo della mia vita e della mia morte”.
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