Piccolo quadro di un grande uomo e amico

Esattamente l’anno scorso in questo stesso periodo gli amici della “The Famousa Balcon Band” di Varese mi hanno chiesto un disegno da serigrafare nella maglietta per l’ HUSTERIA DUL GIGI 2011, una festa animata da questo gruppo musicale che manda in visibilio tutte le sere, tutte le estati, centinaia di persone.

Il disegno ricorda Gigi Bassani, carissimo, indimenticabile amico, maestro di vita, di fratellanza e solidarietà umana, che ci ha lasciati una diecina di anni fa.
E’ stato il fondatore della BALCON BAND e, per vari anni, ha lavorato in un Progetto di Cooperazione italiana nella città di Leon in Nicaragua.

Il 22 aprile 2011 nella nella stassa città di Leon ci siamo riuniti con i suoi vecchi amici nicaraguensi e abbiamo scoperto che, nelle gloriose serate di festa, Gigi aveva anche inventato, come estensione della “CUMBIA“, il ballo delGALLO/GALLINA…..documentato anche da una sbiadita foto in bianco e nero.

Da quella allegra notizia del ballo del “GALLO/GALLINA” è nato il disegno che poi è stato riprodotto nella maglietta.


In questo periodo, a un anno di distanza, ho ripreso quel disegno per provare a dipingere un quadretto, e il risultato è quello che presento in questo Post.

Michilini, IL BALLO DEL GALLO-GALLINA, 2012, olio su tela, cm.50x40

“…..Il calore di un momento…………….poi via di nuovo verso il vento….”
Gigi Bassani era un innamorato dell’arte, della poesia e delle rose, delle donne, degli amici, dei bambini, degli emarginati e dei deboli, della giustizia sociale, della pace, della vita…….
Era il migliore di tutti noi, era “de esos hombres que son imprescindibles“, e il vuoto che ci ha lasciato rimarrà per sempre….immenso.

Michilini, IL BALLO DEL GALLO-GALLINA, particolare

L’ultimo scritto di Gigi Bassani:

Canzoni nostre, per sempre

Il tempo, con passo da lupo, ci ha rubato le nostre canzoni. Non erano tante: un gruppo di versi, spesso rabbiosi e tristi, ironici e disperati, un’isola da difendere a voce nuda contro il gran mare lagnoso della “musica leggera”. E non erano neppure tanto belle, ammettiamolo: forse il vaglio estetico più severo ne salverebbe soltanto alcune. Ma erano le nostre canzoni: dicevano le cose che noi volevamo sentire, cantavano la nostra speranza e la nostra giovinezza.

Queste nostre canzoni, a dire il vero, non ebbero mai grande successo: stavano troppo fuori la norma del mercato: Come vogliamo chiamarle ora: sempreverdi o, meglio semprerosse? Lasciamole pure senza nome e dedichiamole anche a chi non le volle nemmeno ascoltare, o le osteggiò con durezza implacabile perché le sentiva “diverse”.

E, infatti, diverse lo erano davvero: non cercavano di vendersi al migliore offerente ma (addirittura!) volevano cambiare la nostra vita e la faccia del mondo.

È accaduto, invece, che la vita ha cambiato noi: ma, forse, non tanto da impedirci di provare, voltandoci indietro, qualcosa come un vago rimorso.

Le “cose” ci dicono sono cambiate: sono cambiati i nomi, gli aggettivi, gli avverbi, sono cambiati i ruoli e le persone.

Le bandiere più nobili si sono spiegazzate, afflosciate, sono cadute a terra: è caduto il “vento rosso” che le gonfiava. I nostri figli, i nostri nipoti non vogliono più sapere delle nostre canzoni, non le capiscono neppure: hanno altro per la testa nelle orecchie, le considerano impossibili.

Allora vuol dire che tutto è perduto? Può darsi: ma quando tutto è perduto, come si suol dire, è anche la volta che tutto ricomincia, riprende significato e dimensione.

Anche queste voci lontane, come tutte le grida e le voci della storia del mondo, passano all’Archivio. Ma la musica leggera che conosce i suoi polli, coltiva da sempre i suoi “revivals” e si coccola i suoi “sempreverdi”, i “successi” che passano indenni di generazione in generazione.

Per questo, eccole ancora qui, le nostre vecchie canzoni, dalle più antiche alle più recenti, per la curiosità di figli e nipoti e per la nostalgia di tutti noi, compagni di un tempo passato e irrecuperabile; ma anche incancellabile, indimenticabile e nostro “per sempre”.
Finchè ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva come una cosa viva
lanciata a bomba contro l’ingiustizia

Albizzate 23 gennaio 2001
Gigi Bassani

Michilini IL BALLO DEL GALLO-GALLINA, particolare

Nota: mi hanno appena fatto notare che ho sbagliato la data, 02 anzichè 12…la lascio così…Gigi diceva spesso “NON SI INTERROMPE UNA EMOZIONE!

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