Treviso sceglie il consorzio per il dopo-Benetton

Varese-Treviso. La storia racconta di una finale scudetto, quella storica in cui i Roosters (foto) vinsero la stella, e di tanti incontri appassionanti, segnati da campioni come Thompson e Kukoc, Meneghin e Del Negro oppure Stefano Rusconi tanto per citare il più grande sulle due sponde. Le due società nel passato sono state anche “apparentate” negli anni Ottanta quando la proprietà dell’una (Benetton) era anche sponsor dell’altra (DiVarese) tanto che allora la consuetudine prevedeva amichevoli benefiche precampionato.

Le strade sportive di biancorossi e biancoverdi, che si intrecciano almeno due volte all’anno in occasione degli scontri diretti, tornano oggi a lambirsi per via di quanto sta accadendo all’interno delle rispettive vite societarie. In riva al Sile infatti la famiglia Benetton ha da tempo annunciato il disimpegno sottocanestro e sottorete (la Sisley si è trasferita a Belluno…) e proseguiranno solo con le giovanili e con il rugby. Rimasta così senza il “padrone” (termine che usiamo – sia chiaro – in senso positivo) la Pallacanestro Treviso sta lavorando per il futuro nonostante la perdita di un dirigente esperto come Enzo Lefevre, recentemente scomparso.
E il futuro, abbozzato nei giorni scorsi, sembra seguire la medesima strada tracciata da Varese due anni fa. Se infatti sotto il “Sacro Monte” ci si è votati al cuore per definire il proprio consorzio, in Veneto ci si appella all’ “Universo”.  Si chiama infatti “Consorzio Universo Treviso” il progetto che intende unire una serie di imprese del territorio per sostenere il club cinque volte campione d’Italia. E se a Varese l’uomo simbolo della rinascita è Vescovi, i trevigiani hanno scelto un volto che può essere tranquillamente l’alter ego del nostro Cecco per rappresentare il gruppo, ovvero Riccardo Pittis che in maglia Benetton ha giocato tra il ’93 e il 2004 anche con i gradi di capitano.
L’inizio dell’avventura consortile a Treviso è per il momento leggermente differente rispetto a “Varese nel Cuore”: in quel caso infatti il consorzio dovrebbe essere “solo” uno dei grandi azionisti chiamati a sostenere la società. Una formula che inizialmente aveva interessato anche Varese (nel primo periodo si cercavano pochi soci forti, tanto da far ripensare all’esperienza dei Roosters) che poi aveva modificato gli obiettivi aprendo così la strada al consorzio attuale.
«Non mi vergogno a dire che quel che fanno gli altri merita di essere studiato» ha detto il gm trevigiano Coldebella in un’intervista a Repubblica proprio su una domanda relativa all’esperienza varesina.
Sabato prossimo nella Marca verrà fatto il primo passo concreto, con una convention tra tutti coloro che hanno già firmato una prima lettera d’intenti per entrare in “Universo Treviso” a partire dall’imprenditore delle cartiere Bruno Zago. E chissà che da questa esperienza ispirata a “Varese nel Cuore” non possano nascere spunti utili in futuro anche al consorzio biancorosso.

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