Intervista a Giuliano Bordoni

In attesa di tornare in montagna, parliamo un po’ con chi vive in montagna, con chi è delle montagna. Si chiama…se volete saperlo, continuate a leggere l’intervista…

Presentati, chi sei?

Mi chiamo Giuliano Bordoni, ho 31 anni e vengo da Grosio, un paesino della Valtellina. Sono una Guida Alpina e un freerider.

 

 

 

 

 

 

 

 

Come ti sei avvicinato alla montagna?

Sono nato e cresciuto in montagna. In principio ero attratto dalla natura intesa come gli animali che la popolano, poi, qualcosa è cambiato, qualcosa è scattato. Ho capito di esser attratto da quel mondo sin da bimbo. Non potevo più ignorare quel richiamo, perchè è stato un vero e proprio richiamo! Un po’ come uno che nasce con gli occhi azzurri piuttosto che marroni. Ci nasci, non lo cambi. Poi arriva un giorno in cui tutto si fa chiaro di colpo e lo capisci; capisci dentro di te che quella è la tua strada, il tuo sentiero, tutto il tuo mondo. La montagna è il luogo dove mi sento esser ciò che sono, senza maschere, senza mezze misure.

 So che hai degli sponsor, parlacene un po’, come li hai trovati, cosa ti permettono di fare?

Grazie a Mottini Sport mi sono potuto avvicinare a Norrona. Non avendo deluso le aspettative dell’azienda e la fiducia che in me aveva riposto, la nostra “storia” è continuata, continua, e spero continuerà. Poi Black Crows: è stato lo stesso Bruno Compagnet a “corteggiarmi” per un anno. All’epoca ero però legato ad un altra azienda di sci, ma appena si sono sciolti i miei contratti, ho telefonato tutto contento e orgoglioso a Bruno avvisandolo che non vedevo l’ora di far parte della famiglia. Si perché Black Crows è una famiglia, non è una semplice azienda che produce sci, ma qualcosa di più profondo che va ben oltre a semplici tavole di legno. Ecco perché me ne sono talmente innamorato. Infine, cioè, all’inizio, c’è Level, la prima azienda che ha creduto in me, e come tralasciare Dalbello, Guasto, La Sportiva e le bellissime maschere Out-Of prodotte da due ragazzi giovani ma molto intraprendenti di Brescia.

Oltre ad essere guida hai altri lavori, o riesci a “tirar avanti” solo con quello?

Si, sono un macellaio. Un macellaio a tutto tondo. Dalla macellazione al banco passando dalla produzione di salumi. Sono la terza generazione di macellai della mia famiglia, ne sono fiero di questo, molto!

Raccontaci una delle ultime prime salite/ discese che hai fatto:

Ogni salita o discesa racconta una storia a sè. Narra di emozioni ben inquadrate in uno spazio-temporale ben specifico. Ero nella mia valle, la valle dove sono cresciuto: la Val Grosina. Nella mia baita con i miei amici delle mie scorribande invernali: Paolo Marazzi e Stefano Munari. Avevo in mente un canale da sciare, una prima. Qualcosa da condividere con loro che significano molto per me. Eccoci quindi partire, dare un occhio al canale, vederlo in condizioni e salirlo veloci. Stefano era alla sua prima esperienza con ramponi e piccozze, ma non sembrava minimamente un principiante. Poi la discesa in quel canale tanto sinuoso quanto  estetico. Bello proprio bello, tutto assieme: l’ambiente, l’avventura, la compagnia, tutto insomma! 

 (foto di Giacomo Clickalps Meneghello)

 

 

 

 

 

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